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Il mio vicino Adolf

Regia di Leonid Prudovsky vedi scheda film

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La recensione su Il mio vicino Adolf

di barabbovich
6 stelle

1960. In un piccolo villaggio colombiano vive il signor Polsky (Hayman), un ebreo scampato ai lager nazisti ma che ha perso tutti i suoi affetti. Accanto a lui va a risiedere un uomo burbero e irascibile (Kier), amante degli scacchi, dei pastori tedeschi e della pittura, che parla tedesco e che, secondo la ricostruzione di Polsky, sarebbe Hitler in persona che - alla stregua di Heichmann - si sarebbe rifugiato in Sud America sotto la protezione dei servizi segreti tedeschi. Polsky farà di tutto per smascherarlo, sfidando la resistenza delle autorità giudiziarie. Di più non si può dire...
Parabola umanista targata Israele, Germania, Polonia (elemento non secondario), il film di Leonid Prudovsky è una commedia nera che si colloca dalle parti de Il giardino dei limoni, Tangerines o L'albero dei vicino, tre film nei quali - non a caso - è la gentilezza degli elementi della botanica a fare da spartiacque tra indomabili tensioni, come qui lo sono le rose nere del signor Polsky, che - per un cavillo burocratico - finiscono nel giardino dell'odiato vicino. A differenza dei film citati, in questo caso, si assottiglia la dose di ecumenismo e si amplifica quella che spinge sul pedale del grottesco, servita da due attori in stato di grazia.

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