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Un tè con Mussolini

Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film

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La recensione su Un tè con Mussolini

di FilmTv Rivista
6 stelle

La guerra sotto il segno delle “Scorpione” ha la dolcezza e il fervore dei ricordi. La guerra è il secondo conflitto mondiale che spazzerà, con i suoi orrori e le sue crudeltà, un mondo e i suoi protagonisti e spezzerà in due parti un secolo. Le “Scorpione” è il soprannome velenoso di un gruppo di signore inglesi in un esterno fiorentino. Argute, eccentriche, sferzanti, feroci, eleganti e imperturbabili con i loro cappellini e i loro spolverini dai colori e dalla fogge, talvolta, insostenibili, vivono d’arte e d’amore per un bambino, Luca Innocenti, figlio non riconosciuto di un commerciante di tessuti. Lady Hester (Maggie Smith), vedova dell’ex ambasciatore inglese in Italia, Arabella (Judi Dench), soprano dilettante e pittrice mediocre, Mary (Joan Plowright), segretaria di Paolo (Massimo Ghini), padre distratto e inaffidabile del piccolo Luca, Connie (Tessa Pritchard), corrispondente di un quotidiano britannico, e affettuosamente le altre. Passeggiano, prendono il tè agli Uffizi, conversano, si irritano, spettegolano e ammirano i capolavori del patrimonio culturale italiano nell’ozio fertile di una vacanza intelligente che sembra non aver mai fine. Accanto al clan di sua Maestà compaiono due forti presenze americane l’archeologa Georgina (Lily Tomlin) e la detestata Elsa (Cher), una stella di Ziegfield che passa festosa da un ricco matrimonio a un altro e colleziona capolavori della pittura contemporanea. La colonia femminile verrà travolta, ma non piegata dall’occupazione tedesca e, deportata a San Gimignano, riuscirà a salvare la città. Il regista, ispirandosi alla sua autobiografia, “Zeffirelli”, pubblicata da Weidenfeld e Nicolson, si abbandona intenerito alla libera ricostruzione della propria infanzia, della propria adolescenza e alla scoperta trasognata delle radici della propria vocazione creativa. La macchina da presa, stregata dal cielo sopra l’Arno, asseconda, innamorata, la bravura prodigiosa di tutte le attrici.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 14 del 1999

Autore: Enrico Magrelli

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