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Quando

Regia di Walter Veltroni vedi scheda film

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La recensione su Quando

di mm40
4 stelle

1984. Giovanni è un 18enne di sinistra che attende ai funerali di Enrico Berlinguer. Una bandiera gli cade in testa e lo manda in coma. 2015: Giovanni si risveglia dopo oltre tre decenni di buio e fatica a riconoscere il mondo che gli sta attorno. Le cose sono cambiate tantissimo, ma una notizia su tutte è destinata a sconvolgere la sua seconda vita: l'uomo ha una figlia, ormai trentunenne.


La prima metà di Quando è una blanda commediola leggera in salsa politica, certo non molto originale o sorprendente negli argomenti, ma con alcuni momenti riusciti e qualche battuta a effetto; poi nel film compare il nodo della paternità, con quanto porta con sé (l'amore non corrisposto, l'eredità ingombrante del passato), e la svolta drammatica-sentimentale assume toni patetici a tratti davvero insostenibili, boicottando quel poco di valido che fino a quel punto si era visto. Ha perfettamente senso, dunque, che dietro la macchina da presa ci sia Walter Veltroni, che di questi atteggiamenti nostalgici ma concilianti, mai troppo aggressivi e profondamente buonisti ha fatto la cifra stilistica di una intera carriera – anzi tre: quelal politica, quella cinematografica e quella di scrittore. Proprio dal suo romanzo omonimo nasce questa pellicola, con una sceneggiatura che Veltroni scrive insieme a Doriana Leondeff e Simone Lenzi; si tratta peraltro dell'undicesima (!) regia del Nostro in appena nove anni, da Quando c'era Berlinguer (ancora lui!) del 2014. Considerando che Veltroni, classe 1955, si è scoperto cineasta in età matura, pare proprio che abbia deciso di recuperare tutto il tempo perduto. In fin dei conti non lo sta comunque sprecando, perché il talento registico indubbiamente c'è; la confezione del lavoro è piacevole e al netto di quelle citate note melense la visione non è affatto ostica. Nel cast un buonissimo Neri Marcorè, affiancato da Valeria Solarino, Stefano Fresi, Michele Foresta nei panni del Mago Fred (cioè Forrest, insomma), Ninni Bruschetta e Gianmarco Tognazzi. 4,5/10.

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