Espandi menu
cerca
Amore, piombo e furore

Regia di Antonio Brandt (Monte Hellman) vedi scheda film

Recensioni

L'autore

scapigliato

scapigliato

Iscritto dall'8 dicembre 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 137
  • Post 124
  • Recensioni 1361
  • Playlist 67
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Amore, piombo e furore

di scapigliato
8 stelle

L’atipicità di Monte Hellman si vede anche nella prima delle sue due collaborazioni italiane, o comunque europee. Il bello e macho Fabio Testi fa perdere la testa alla giovane moglie dell’uomo che dovrebbe ammazzare, ma che non ammazza. Dopo una notte d’amore al fiume, il marito ultrageloso decide di fare giustizia e riceve pure una coltellata dalla moglie che fugge con il romantico eroe. All’inizio sembrano due probabili Bonnie e Clyde del Far West, ma quando arriva il marito a chiudere i conti, si ritorna senza pietà a parlare di western. O meglio di Spaghetti-Western, dove le scene d’amore con nudi femminili, che nel western classico sono programmaticamente fuori luogo e quindi bandite, qui sono più che presenti e dilatate fino ad un’apparente inutilità. Il cattivo Warren Oates ha invece più di un guizzo di umanità e di tenerezza, interpretando sì un cattivo, ma non usandolo solo come strumento di contrasto per il protagonista, bensì ribaltandone continuamente le funzioni narrative. E anche questo va letto come una liberissima intuizione narrativa di un regista che poco ama gli schemi e le convenzioni del sistema Cinema. Comunque Oates, sarà pure invecchiato, ma preserva quella andatura da cane pestato che riassume in un solo personaggio tutti i suoi personaggi precedenti, ricordandoci così il Mito di un western “altro” che rivive e rivivrà sempre nel Mito Spaghetti.
L’attenzione a dilatare situazioni banalissime, e portando avanti il film con una serie di scene che non hanno funzioni particolari, sono un intento, forse poco chiaro, di estraniare lo spettatore davanti ad un genere, il western, che più di ogni altro è entrato nell’immaginario collettivo fin dalle origini. Lo viviseziona letteralmente operando mentre il corpo del genere è ancora vivo e vegeto, e lo fa con l’aiuto di un luminare di tale genere: Mr. Sam Peckinpah, che interpreta uno pseudo-se stesso, un portavoce dell’epopea western, un suo romantico cantore, che però strizza l’occhiolino alle vendite... Grande Sam, immenso Oates, e un Monte Hellman che con la voluta “noia” e “inconsistenza” palpabilissima del film, ha voluto chiudere a suo parere il grande e immortale western...pardon, Spaghetti-Western.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati