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Teatro di guerra

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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La recensione su Teatro di guerra

di mm40
4 stelle

Il titolo Teatro di guerra ha una triplice valenza: quello letterale della messa in scena dell'opera di Eschilo I sette contro Tebe (teatro che parla di guerra); quello della 'meta' Sarajevo, di per sè 'teatro di guerra' come metaforicamente inteso (teatro che parla alla guerra, che cerca di opporsi, con il suo atto creativo, alla morte) e quello della Napoli, metropoli senz'anima in cui i sogni muoiono assassinati per strada in un giorno qualunque, teatro che E' guerra. Martone, in questo che è il suo quarto lungometraggio a soggetto, affronta la durezza dei tempi odierni attraverso lo sguardo del teatro: la rappresentazione della realtà viene così a essere paragonata alla realtà stessa. In questo il regista napoletano non fa che ricalcare il discorso di Out 1 (1971) di Jacques Rivette, ma senza neppure arrivarvi in fondo: là il teatro era più della realtà, qui è 'soltanto' la realtà. Per il regista francese la vita parallela sul palco era una sublimazione e continuazione di quella quotidiana, al di là dei riflettori, in cui ritrovare sè stessi e l'altro, entità nemica del nostro quotidiano; Martone, molto più modestamente ma con grande efficacia, indica nella rappresentazione una maniera di raccontare, affrontare e magari risolvere l'amara recita dell'esistenza. Il paragone fra i due film è tutt'altro che pretestuoso: in entrambe le storie la tragedia messa in scena dalle compagnie è la medesima, appunto I sette contro Tebe di Eschilo. La sceneggiatura è firmata dal regista stesso; nel cast attori professionisti (Iaia Forte, Maurizio Bizzi, Anna Bonaiuto e anche, in un ruolo secondario, Toni Servillo) sono circondati da esordienti non sempre all'altezza della situazione; al montaggio di Jacopo Quadri è andato il David 1998. Presentato a Cannes nella sezione Un certain regard. 5/10.

Sulla trama

Una compagnia teatrale napoletana sta allestendo I sette contro Tebe di Eschilo; l'idea sarebbe di portarlo sul palco nella dilaniata (dalla guerra civile) città di Sarajevo. Ma i problemi sono tanti: oltre a quelli della rappresentazione ci sono quelli personali per ciascuno degli attori, mentre fuori c'è una Napoli violenta che uccide ogni fantasia...

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