Regia di Jim Sheridan vedi scheda film
"non sono un assassino Maggie, ma questa città mi invoglia ad uccidere" Esplicativa questa battuta in cui un grande Daniel Day Lewis abbraccia una grande Emily Watson, qui in una di quelle sue profonde interpretazioni di cui accennavo qualche giorno fa. Ma più espliciti di qualsiasi altro commento, sull'argomento trattato, sarebbero due canzoni,
ormai tre inni, oramai tristemente sacri a certa gente di lassù: "Sunday Bloody Sunday", "Zombie" e "Belfast childs" dei (devo dirlo davvero?!).
Mai capito - e chi c'è mai riuscito - cosa ci fosse davvero sotto la guerriglia religiosa, spesso devastante ed insanguinante, tra irlandesi ed inglesi.
Il film in questione, non si schiera, non prende posizione...
Rimette a noi, alla ns sensibilità, il giudizio, l'ardua sentenza diceva un grande poeta...
L'opera di Sheridan però, mostra benissimo come da innocenti, tra certi contesti, si possa divenire prestamente colpevoli.
La causa al di sopra di ogni ragione e sentimento; oltre ogni "ragionevole dubbio"...
Chi si lascia morire di fame in galera, chi si lascia esplodere... contrapposto ad un suo amico, affetto o amore che, come ben descrive il commento della redazione (che stavolta sottoscrivo pienamente e ardentemente) vuole solo riprendere a vivere... una vita al minimo del garantito. Socialmente e sentimentalmente.
Troppo stanco di quell'esistenza tribolata e spaventata - non dallo scoppio di un ordigno, no; quello è il momento più sereno, quando puoi renderti conto che ormai è passato, e a saltare in aria non sei stato tu, ma chissà chi...
No no... la paura la avverti nell'attesa, nel trascorrere inesorabile di quei momenti, quei giorni, quei mesi, tra un attentato e l'altro, passati a chiederti se prima o poi toccherà a te. E non più a chiedersi "ma quando finirà?!".
quello ormai, la gente devastata di Belfast, non se lo chiede più...
(Ovviamente e grazie a Dio, mi riferisco all'epoca dei fatti).
Gran film che fa il paio con, quello sì, più schierato, (sempre di Sheridan mi pare, devo controllare) il meraviglioso e davvero toccante "Nel nome del padre" sempre interpretato dal monumentale Daniel Day Lewis, da tutti rimpianto, in quanto da tempo ritiratosi troppo presto dalla ribalta e le sue luci.
Qui di nuovo in coppia con un altra grande attrice, rimpianta pure lei, Emily Watson.
Irreprensibile anche il resto del cast, primo fra tutti un "potente" e preponderante Brian Cox nel ruolo del capo dell' IRA. Famigerata I.R.A.
Mi auguro, anzi, auspico, di non ritrovare mai questo titolo, inserito in qualche "assurda" playlist, (tanto in voga qui), dedicata alla "noble Art".
Sarebbe assurdo inserirvelo... non le playlist sulla boxe in se...
Il boxer che ha gettato la spugna, per amore.
Di una donna.
Non di una patria, che nemmeno sente più di avere.
Una Patria esaltata e reazionaria, che nemmeno più lo vuole.
Una volta gettata, la spugna, non la si può più riprendere, è il regolamento!
Gran film.
Voto massimo o quasi!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta