Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Uno degli innumerevoli film che vidi al cinema quando prestavo il servizio militare nella città di Torino, tra quelli, oltretutto, che all'epoca mi sorpresero molto positivamente. Ma non fui il solo. Infatti ricordo che nel cinema la gente rimase molto soddisfatta del risultato finale, per un film decisamente inconsueto e originale, un valido "vaccino" a titoli come BASIC INSTINCT e BODY OF EVIDENCE che giravano nelle sale cinematografiche in quel periodo. Purtroppo, rivisto di recente, l'opera di Soderbergh ha perso molta di quella forza e vitalità che aveva tanto entusiasmato il mio animo di diciannovenne. DELITTI E SEGRETI sfrutta la figura di Franz Kafka, uno dei maggiori scrittori europei del XX secolo, tanto da affibiargli anche il ruolo da protagonista, facendolo interpretare all'attore inglese Jeremy Irons. Un solitario e misantropo impiegato di uno studio assicurativo, che rimane coinvolto suo malgrado, in un intrigo che sembra uscito da un romanzo di Ian Fleming, con Ian Holm che interpreta un cattivo degno della Spectre. Una pellicola che mischia giallo, horror e metafore politiche, andando a pescare piuttosto confusamente nelle opere letterarrie del celebre scrittore cecoslovacco, dove spesso subentra la noia, a causa di una sceneggiatura piatta e poco curata, che sembra prestare più attenzione alla parte estetica del film. Ed e' proprio qui che la pellicola riesce, almeno in parte a riscattarsi. Sodebergh sfrutta come meglio può il fascino di una città come Praga, perfetta quando bisogna raccontare trame ricche di misteri e inquietudini, infatti anche Aldo Lado la scelse per il suo giallo LA CORTA NOTTE DELLE BAMBOLE DI VETRO. Con il suo bianco e nero espressionista, DELITTI E SEGRETI offre alcuni momenti suggestivi e onirici, come i titoli iniziali, con la splendida e ipnotica colonna sonora di Cliff Martinez, che accompagna particolari della città che si mischiano con dissolvenze, dandogli un fascino onirico. O nell'incipit, con un individuo che scappa terrorizzato alle prime luci dell'alba per le vie della città, senza mancare di attraversare il bellissimo Ponte di San Carlo. Meno interessante la parte finale nel castello, con la trovata, per alcuni anche originale, di introdurre il colore nella fotografia. Il risultato finale e' quello di un raffinato, anche se freddo, esercizio di stile, che fa venire una gran voglia di farsi un viaggio a Praga e magari leggersi IL CASTELLO di Kafka. Ottimi gli interpreti. Oltre ai già citati Irons e Holm, troviamo Alec Guines, altro mostro sacro del cinema britannico, e l'americana Theresa Russel.
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