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Tre uomini e una gamba

Regia di Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier vedi scheda film

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La recensione su Tre uomini e una gamba

di barabbovich
5 stelle

Le avventure di Giacomo e dei suoi amici Aldo e Giovanni, partiti da Milano (ma il film è stato quasi tutto girato a Roma e dintorni) alla volta della Puglia, il primo per sposarsi, tutti e tre per consegnare al futuro suocero di Giacomo (Carlo Croccolo) una gamba di legno che è un preziosissimo pezzo d'arte. Tra contrattempi improvvisi e ripensamenti sentimentali (Giacomo s'innamora di un'altra donna, Marina Massironi), i tre, una volta a destinazione, fanno dietro front.

Usciti dalla scuderia televisiva di Mai dire gol, Aldo, Giovanni e Giacomo (che hanno scritto il copione con Massimo Venier, Giorgio Gherarducci e Lucio Martignoni) si inseriscono sulla falsariga di un cinema dal linguaggio puramente televisivo, emulando le esperienze di Ciprì e Maresco, i Broncoviz, Sabrina Guzzanti e, prima ancora, Troisi, Verdone e Benigni. Cinema, televisione e carabet non sono mai andati troppo d'accordo nei 35 millimetri di pellicola e le forzature si vedono anche in Tre uomini e una gamba. Spesso divertente, il lungometraggio dei tre comici è strutturato irrimediabilmente a sketch, con ben tre film nel film (Giacomo che guarda l'assassinio di Kennedy in televisione; i tre che vanno al cinema a vedere un film neorealista; un sogno vampiresco di Aldo) che finiscono per risolversi in "un'ammucchiata di scenette, alcune divertenti e altre no" (Levantesi). Prodotto perfetto per un pubblico addomesticato al diktat televisivo. Uno zero dal punto di vista cinematografico.

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