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Ragazze a Beverly Hills

Regia di Amy Heckerling vedi scheda film

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La recensione su Ragazze a Beverly Hills

di EightAndHalf
6 stelle

E' normale affezionarsi a un personaggio che si limita ad essere una macchietta caratteriale? Forse sì, se è volutamente una macchietta caratteriale. E' quindi con l'autoironia e con un ritmo incalzante che si salva Clueless, il cui titolo italiano lascerebbe pensare a una solita stupida commedia americana. Fin dall'inizio, però, il film della Heckerling ha il pregio di non prendersi sul serio, e di non salvare nessuno, ma proprio nessuno, né adolescenti di fine XX secolo, "buone", vergini, magari anche altruiste, ma superbe fino al midollo; né adulti balordi, irascibili, manipolabili. La scorza graffiante che circonda questa piccola commedia è l'espressione di un piccolo anticonformismo che non può non tradirsi nel finale, ma che si conclude dopo una imprevedibile e a tratti esilarante presa di coscienza, in cui non è solo Cher (la bellissima Alicia Silverstone) a vedere i propri castelli di carta crollare, ma siamo anche noi a vedere gli stereotipi della Nuova Commedia Giovanilistica, quasi un nuovo genere che si è diffuso come un morbo negli ultimi anni, che vede come antenati mostri intoccabili come GreaseAnimal House, addirittura incenerirsi. D'altronde questo genere scivola oramai via via nel ridicolo e nello stucchevole più fastidioso (da High School Musical in giù), e Clueless ha il pregio di distinguersi ancora, di muoversi nel genere mantenendo una certa qualità cinematografica.

Amy Heckerling si è distinta dalle commedie più moderne qui sfiorando la creazione di nuovi stereotipi, in futuro imitatissimi, che al contempo lei distrugge, incurante di quanto siano profondi i suoi personaggi, e di quanto siano bellocci: il risultato è più vicino a Matilda 6 mitica di Danny DeVito, entrambi satire graffianti di contesti abominevoli. La satira qui infatti non si ferma di fronte a nulla (gli "sfigati" della scuola non sono nemmeno esempi da prendere, né ispirano compassione), e non sarebbe inadeguato pensare il personaggio di Cher come la presa in giro di tutti quei caratteri infimi che tempestano le protagoniste delle melense commedie di oggi (Hillary Duff o Miley Cyrus, per spararne due). In questo sovvertimento cinematografico ante litteram, è ovvio che l'impianto sia sempre costruito allo stesso modo, e che uno non esca dalla sala costernato per la gioventù d'oggi, anzi, di ieri (quanto è cambiato in meno di 20 anni, ancora qui non c'è traccia né di palmari né di Facebook!). Infatti per i personaggi, alla fin fine, come detto all'inizio, si arriva addirittura a provare simpatia, contestualizzati in questo mondo superficiale e deprecabile, e si finisce per appoggiarli. In ogni caso, nonostante tutto, Jane Austen, la cui Emma qui è simpaticamente una fonte d'ispirazione, non si rivolterà nella tomba.

La ripresa del romanzo di Jane Austen non è però soltanto l'unica chicca di questo allegro scherzetto hollywoodiano: il ripetersi nel sottofondo di Fake Plastic Trees dei Radiohead potrebbe essere il sotterraneo indizio di raccontare un mondo di plastica in cui alla fine gravity always wins? E se proprio non vogliamo dare tanta profondità a questo elemento, è comunque una curiosità da associare al misterioso personaggio della madre defunta di Cher, morta durante un intervento di liposuzione..

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