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Il mondo è tuo

Regia di Romain Gavras vedi scheda film

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La recensione su Il mondo è tuo

di supadany
6 stelle

Chiunque sia dotato d’intelletto e spirito di osservazione, è consapevole del fatto che le pari opportunità non esistano e di come questa realtà non sia semplicemente riconducibile a una questione di razza, sesso o appartenenza sociale. Di fatto, una buona fetta di responsabilità scaturisce direttamente dai genitori, che - nel bene e nel male - condizionano i figli fin dai primi vagiti, esercitando su di loro un controllo di lungo termine che, nei casi più plateali, può essere interrotto solo ricorrendo ad azioni trancianti.

Volessimo addurre un senso fatto e finito a Il mondo è tuo, quanto appena formulato sarebbe il più intuitivo da associare. Con il senno di poi, Romain Gavras scavalca bellamente le convenzioni, naviga libero e spensierato in una dimensione depredata di alcuna forma di prudenza, senza identificare univocamente uno spettatore cui appellarsi, selvaggio eppure levigato come un insieme di corti che fondamentalmente vendono un’immagine (potremmo aggiungere la postilla, senza sentire il peso di dover intercettare un acquirente).

Farès (Karim Leklou) sogna di cambiare vita e ha un progetto imprenditoriale nel cassetto, ma non riesce a divincolarsi dalle pressioni di sua madre Danny (Isabelle Adjani) e suo padre Henry (Vincent Cassel).

Per affrancarsi dal mesto futuro cui è destinato, si reca in Spagna per gestire un traffico di droga a nome di Poutine (Sofian Khammes), ma la controparte inglese rappresentata da Bruce (Sam Spruell) ha in mente tutt’altri piani.

Per uscire vivo e vittorioso da una situazione ingarbugliata, incrementata dalla presenza della provocante Lamya (Oulaya Amamra), Farès sarà costretto a prendere decisioni disallineate dai condizionamenti a cui è da sempre sottoposto.

 

Karim Leklou, Isabelle Adjani

Il mondo è tuo (2018): Karim Leklou, Isabelle Adjani

 

Avvicinarsi a un film come Il mondo è tuo è più complicato di quanto possa sembrare di primo acchito. Osservandolo a scatola chiusa, risulterebbe comodo relegarlo nel cassetto dei ricordi accantonabili, ma nonostante la parvenza superficiale è un caso che merita ulteriori argomentazioni.

Già, in generale, la commedia subisce da troppi anni l’indifferenza – per non dire di peggio - di chi la ritiene semplice materia di consumo che non può ambire ai massimi riconoscimenti (la memoria vola diretta a Jim Carrey e a Man on the moon, a proposito chissà se Green book scardinerà questi dogmi, almeno agli Oscar), in più Romain Gavras imbastisce un ecosistema plasmato a sua immagine e somiglianza, utilizzando un intreccio malleabile per congegnare inserti facilmente collegabili alla sua carriera da filmmaker di video musicali, talché lo svolgimento non può che essere subalterno.

Chiaro che si tratti di un limite oggettivo, circumnavigabile a cuor leggero solo da pochi eletti ma causa ed effetto in questo frangente sono aree demarcate da confini stabiliti con una connotazione angolare e singolare, pertanto ogni considerazione finisce incanalata in precisi punti di vista, di chi costruisce, così come di chi osserva.

Segnatamente, quello di Romain Gavras ha la vocazione per il formato short, sicché il totale lascia il tempo che trova (poco, ma non inutile), mentre proliferano i singoli spezzoni. Dunque, Il mondo è tuo è fuor di etichetta, ha un orecchio costantemente proteso verso la musica, che è dappertutto, e sparpaglia alcune scosse per costituire svariati videoclip dentro il film, striature improvvis(at)e in armonia, autonomia o controtendenza alla composizione stessa, dando luogo a movimenti asincroni.

Un modus operandi estraibile anche dalle interpretazioni, con tanti volti e caratteri portati a lasciare un graffio. In ordine, Isabelle Adjani è una furia che sazia il cinefilo, Vincent Cassel un istrione nel ruolo di un ex galeotto, Oulaya Amamra è sanguigna e carica di freschezza, mentre il protagonista Karim Leklou - già strepitoso in Coup de chaud - ha le sembianze svagate di chi vorrebbe (già) trovarsi altrove e la sua controparte Sam Pruell (un volto da canaglia visto ovunque, anche in film importanti come Legend e The counselor – Il procuratore) interpreta alla perfezione l’inglese rognoso con cui è impossibile cucire una qualsiasi forma di dialogo.

 

Vincent Cassel

Il mondo è tuo (2018): Vincent Cassel

 

Per tutto quanto detto, fermandosi a questioni di logica Il mondo è tuo finirebbe velocemente nel dimenticatoio, ma può contare su un sottobosco pieno di stimoli, che scatena la tempesta in un bicchier d’acqua, tra cerchi concentrici e relative rocambole, rapporti generazionali, intoppi dislocati ovunque e quelle faide tra francesi e inglesi che non scavano nella memoria storica bensì nelle odierne vacanze estive, nei luoghi più illustri del Mediterraneo (ad esempio, nella località di San Antonio a Ibiza).

Evanescente e disinibito, irregolare e immediato, con una lunghezza d’onda non ignorabile.   

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