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Crash

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Crash

di DeathCross
10 stelle

Attenzione! Quella che state per leggere non è propriamente (o esclusivamente) una recensione, ma bensì un concentrato di Riflessioni partorite a caldo subito dopo la Visione del Film e successivamente rimaneggiate per la 'pubblicazione' senza alterarne sostanzialmente il contenuto (anche perché le Sensazioni son rimaste pressoché immutate col passare delle ore).

Se troverete, dunque, elementi estranei all'argomento trattato, ciò è dovuto alla natura fortemente emozionale del discorso.

Vi avvertiamo che alcuni passaggi potrebbero risultare offensivi per certe categorie di persone: io mi lavo anticipatamente le mani, ma non potrete negare di esser stati avvisati.

Buona (?) lettura.

 

 

 

Capolavoro del "Periodo di Passaggio" di Cronenberg che, dopo un lunghissimo periodo di 'fermo', mi ha ricordato perché adoro così tanto il Suo Cinema.

 

Se il successivo "eXistenZ" richiamerà maggiormente lo Stadio Body-Horror (con joy stick carnali, insetti mutanti e armi organiche), "Crash" inizia invece a proiettarsi al Futuro (di cui ancora ho visto troppo poco) dell'Evoluzione Stilistica del Maestro canadese. Futuro che, nella realtà dei fatti, si costituisce come un Ritorno alle Origini iniettando però la Maturità Artistica ben saldamente raggiunta e, oserei dire, sublimata. Chiunque abbia visto o per lo meno conosca "Stereo", infatti, non può non vedere l'assurdità delle accuse di "tradimento dell'Horror" mosse contro il Regista da alcuni sedicenti suoi fans. A parte il fatto che Autore Horror Cronenberg forse non lo è mai stato, o per lo meno non in senso stretto: il suo Cinema sconvolge non tanto per l'esposizione sanguinolenta della Carne e delle Mutazioni quanto per l'Esasperazione dell'Erotismo nelle sue forme più perverse e deviate, e dunque più che 'Maestro dell'Orrore' egli è sempre stato un 'Maestro dell'Eros' o del 'Porno' (nella sua accezione più provocatoria e Sovversiva). Inoltre, per come la vedo io, l'Horror Cronenberghiano è ancora più penetrante e sconvolgente a partire dagli anni '90, quando si avvicina l'"abbandono" del 'Body-Horror' (termine tra l'altro sempre respinto dall'Autore canadese, se la memoria non m'inganna) che non nel periodo precedente (più fantascientifico-distopico che 'horror') dove invece era noto per esso.
Come dicevo sopra, con "Crash" (e gli altri film appartenenti a quel periodo novantiniano che ho definito all'inizio 'di passaggio', e non solo per Cronenberg) l'Autore compie quasi un Ritorno alle Origini abbandonando le mutazioni organiche per mettere in scena l'esposizione 'naturale' del Corpo scoprendone e, soprattutto, storpiandone la carne nell'Intimo, facendo però tesoro dell'Esperienza HorrorErotica: organi genitali denudati più volte si intrecciano a cicatrici che ne riproducono funzione e aspetto, come lo sfregio-pertugio che Gabrielle ha sulla coscia, liquidi meccanici accompagnati dal sangue degli incidenti e dallo sperma et similia (indimenticabile, nella scena del rapporto ambiguamente sospeso tra consenso e stupro tra Catherine e il 'guru' della 'setta erotica' degli incidenti automobilistici Vaughan, il particolare sulla mano della donna che spalma le secrezioni sul sedile dell'autista, ovvero di James), rumori del traffico che si alternano ad orgasmi, sessualizzazione della Macchina nella personalizzazione delle automobili e nell'insistenza morbosa con cui si mostrano le protesi meccaniche (l'Essere Umano si identifica con la macchina e cerca di mutarsi in essa, come accadeva in "Tetsuo" di Tsukamoto). La forma, l'apparenza di questa nuova definizione (sempre in Mutamento) del Mondo Cronenberghiano, ad un'osservazione superficiale, sembra più realistico in confronto alla Sci-Fi 'splatter' di "Scanners" e "The Fly" e al Surrealismo Mutante di "Naked Lunch" e "Videodrome", eppure, come con "Dead Ringers", guardando 'veramente' l'Opera si vedrà che la Realtà viene caricata ed esasperata con tale Estremismo Visivo da rivelarsi molto più Fantascientifica di "The Brood" e "The Dead Zone", più Distopico di "Shivers" e "Rabid", più CyberPunk di "eXistenZ" (che è successivo, ma per certi versi rappresenta un - seppur Magnifico - passo indietro, o almeno così mi è parso).

 

Serissimo, estremamente cupo, scandalosamente provocatorio, probabilmente ambizioso, forse anche spocchiosamente pretenzioso, non potrà non essere odiato da chi ama la Tranquillità civile della goliardica società occidentale, nonché da quei 'cinefili' per cui Cinema=trama ben confezionata, spettacolarità inseguita pedissequamente con il dispiego enorme di mezzi e denari e/o buon gusto visivo.
Chi, invece, vede il sistema condiviso dalle masse (che siano indignati brontoloni nostalgici di un ordine dispotico o riformisti ben intenzionati impegnati a migliorare il sistema perché ritenuto il migliore possibile) come un essere mostruoso e totalitario che tutto fagocita ingloba digerisce e vomita a sua immagine e somiglianza... Chi aborra il bastone reazionario tanto quanto la carota progressista... Chi è disgustato/a dall'indignazione populista e xenofoba delle masse destrorse quanto la banalità zuccherosa e legalitaria di riformisti e pseudo-rivoluzionari di stampo istituzionale... Chi vorrebbe veder crollare in un Baratro tutte le forme di culto più o meno ufficiali (religione, scienza, tribunali, esercito & polizia, università, banche, supermercati...)... Chi, insomma, non vuole e non può accettare la schizofrenia banale e spoetizzata della società che unisce la frenesia nevrotica della produttività ad ogni costo alla finta allegria dei sabati sera in discoteca e dello shopping e dell'attivismo oratoriesco delle associazioni (istituzionali o ong non cambia un cazzo: pure l'antagonistmo rischia di scadere in questo impegno alla boy scout) e vorrebbe veder annientato questo modello di anti-Vita (auto)distruttiva che tutto e tutti annichilisce nella Ripetitività freneticamente statica, non potrà non adorare quest'Opera d'Arte, purché abbia abbastanza Spirito d'Osservazione da notare la Desolazione opprimente che permea il Ritratto che Cronenberg filma della società contemporanea (degli anni '90, ma oggi è forse anche peggio). A maggior ragione se lo Spettatore/la Spettatrice, oltre che Spiritualmente Ribelle, fonda il proprio Amore per il Cinema sulla convinzione che questo Mezzo Espressivo debba sobillare, attraverso la Propria Natura Intima di Arte Audio-Visiva, alla Massima Sovversione fottendosene dell'intreccio (utile per distrarsi dalla noia quotidiana immergendosi in un altro mondo ma spesso esaltato dai nerdoidi per sterilissime discussioni su inutilissimi dettagli narrativi), evitando la spettacolarità stucchevole dei blockbuster "tutto muscoli/effetti e niente cervello" e mandando letteralmente affanculo il buongusto perbenista ed educato del cinema smielato tanto amato da ipocriti deficienti dall'animo borghese.

 

"Crash" è un Insulto Potente e Spietato alla mentalità della "buonaggente" che trova (o, meglio, si auto-convince di trovare) soddisfazione in un lavoro da schiavo, che si impegna per mantenere sano e in forte il proprio apparato statale (democratico o dittatoriale: forme diverse, stessa merda), che crede in 'patria, onore, famiglia', che si prodica nell'arrivismo a partire dalla 'formazione' (scuole, università) fino al mondo professionale, che crede nel dio denaro e nella sua figlia santa carriera, che passa il proprio (scarso) tempo libero in relax decorosi e approvati se non accumulando altri impegni... Insomma, un'Offesa Secca e Brutale ai padroni opulenti e al popolo automa, che son gli stessi sbeffeggiati dal Carpenteriano "They Live", però l'Ingiuria qui non nasce da una caricatura diretta di essi ma bensì dall'appallottolamento del loro codice di """valori""".
"Crash" è sporco, cattivo (e oserei dire pure puzzolente), si concentra su siparietti narrativamente 'inutili' o secondari disinteressandosi della trama (che c'è ma non si sente, e qualche pirla potrebbe lamentare un senso di vuoto, ma per me 'sta gente può anche fottersi l'ano), mostra esplicito sesso gratuito sia etero che gay - e non solo l'accettabile lesbismo ma anche l'omosessualità maschile che la 'liberistissima' società attuale considera taboo, così come considera taboo il nudo maschile - e in ogni caso ci troviamo di fronte ad un Sesso malatissimo e scandaloso. I personaggi sono tutti pessimi esempi da seguire perché consci di non-vivere e, quindi, attratti violentemente dalla Morte.
"Crash" è, soprattutto, un Film che non rilassa manco per il cazzo, contravvenendo ad una delle regole sacrosante del cinema d'intrattenimento: per tutta la durata dei suoi 100' ci pervade con un Senso di Disagio e Inquietudine che ci accompagna per molte ore dopo il Termine dei Titoli di Coda spingendoci a guardarci nella nostra Interiorità dove, come diceva Gaber, si annidano i Mostri che abbiamo dentro, e ciò mal si addice ad un bravo servo della gleba, il cui compito è obbedire a tutto ciò che gli viene ordinato e credere a tutto ciò che gli viene detto senza mai mettere in dubbio la propria fede nell'ordine sociale (e poi giunge il biscottino).

 

Come sempre, lo Stile di Cronenberg è 'classico' e poco incline ai virtuosismi: si predilige la Messa in Scena del Morboso e dell'Intimità con un Gusto esplicito e spiazzante (lo capiamo dal primo "crash", incidente, dove Helen, la moglie dell'uomo 'ucciso' da Ballard, mostra il seno senza mostrare il minimo segno di shock o, meglio, mostrando un volto più autentico dello Shock rispetto a qualche delirio urlato hollywoodiano), la Direzione degli Attori e delle Attrici le cui straordinarie Interpretazioni si integrano nella Pellicola come gli Strumenti Musicali in un'opera sinfonica, l'inquadramento preciso e Artistico degli ambienti in cui si muovono le vicende (la Strada trafficata davanti al balcone da cui spesso si affaccia la coppia 'protagonista' diventa un Vero e Autentico Personaggio, al pari delle auto che la percorrono). Fondamentale, poi, l'accostamento delle Traccie Sonore alle Immagini mostrate, dai Rumori delle automobili in corsa agli orgasmi degli amplessi, senza dimenticare ovviamente il contributo fondamentale della Colonna Sonora Howard Shore, che avvolge gli/le spettatori/rici in un'Atmosfera nervosa e psicotica che rafforza la Devianza Erotica del Materiale Visivo.
La ricostruzione della morte di James Dean, a partire dalla presentazione 'sensuale' ed eccitata di Vaughan, è da Antologia, come anche la sequenza in cui Ballard accompagna Gabrielle a vedere un'auto e la donna cerca di sedurre un impiegato facendosi aiutare a disincastrare la protesi dal sedile, oltre alla sequenza d'apertura dove Catherine (la moglie di James Ballard) si prepara ad un rapporto extra-coniugale (di cui il marito è a conoscenza, come lei è a conoscenza dei rapporti di lui) poggiando un capezzolo su un aeroplano... O ancora i vari inseguimenti-tamponamenti che Catherine, James e Vaughan compiono tra di loro, che nel finale sfocia nella caduta e morte del 'guru' dal cavalcavia e, successivamente, nell'incidente non mortale (e per questo deludente) della donna tamponata dal marito... Ma tutto il Film è una successione indivisibile e memorabile di Sequenze degne di essere studiate e ristudiate da tutti/e coloro che amano visceralmente la Settima Arte, e tutto ha da insegnare a quei mercenari realizzatori di quelle stronzate action stile "Fast & Furious" tanto adorate dalle masse tamarre...

 

Insomma, se non si fosse capito, ho letteralmente ADORATO questo Capolavoro, quest'Opera Magnifica che non può, secondo me, non conquistare i Nemici del mortifero sistema in cui purtroppo (soprav)viviamo e che meriterebbe di essere studiata come Pietra Miliare del Cinema Contemporaneo, secondo la mia modesta opinione.

 

 

 

Se pensate che questa non-recensione delirante e presuntuosa manchi di analisi degna di tale nome, potreste avere perfettamente ragione.

La motivazione, o scusa, è la seguente: come con "Dead Ringers" (e altri), quest'Opera mi ha pervaso a tal punto da convincermi che nessuna argomentazione avrebbe potuto sostituire la Straordinarietà dell'Esperienza Audio-Visiva diretta. Anzi, ritengo che una trattazione analitica, al di fuori di uno studio filologico-saggistico (dell'Autore, delle Tematiche...), rischia in questi Casi di ripetere osservazioni lette e rilette in mille altre recensioni riducendo l'Opera Artistica ad un concentrato di nozioni prive di Calore.

Ho ritenuto, pertanto, più interessante e stimolante condividere le Emozioni e le Riflessioni che il Film ha ispirato in me, elencando nel finale alcune sequenze che ho trovato particolarmente fondamentali per la comprensione della Grandiosità dell'Opera e del mio Entusiasmo per essa.

Chiudo la precisazione (scusa) conclusiva consigliandovi la Visione dell'Opera ("Crash", per i molto duri di comprendonio) nel caso non l'abbiate già vista.

Occhio all'edizione italiana in dvd: è priva dell'Audio Originale!

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