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Chewingum

Regia di Biagio Proietti vedi scheda film

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La recensione su Chewingum

di maso
7 stelle

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La scia tracciata dai film corali dei fratelli Vanzina nei primi anni ottanta fu ricalcata da altri registi anche in ambito televisivo, ne è un esempio lampante proprio Chewingum incentrato su un gruppo di liceali prossimi alla maturità che si ritrovano in un bar che si affaccia sul colosseo e porta il nome del film.

Se dovessi giudicarlo in maniera schietta ed imparziale potrei massacrarlo vista la quantità di pessime scelte che lo permeano: in primo luogo il cast composto da ultratrentenni inacettabili nel ruolo di maturandi ed oltre tutto la maggior parte di loro evidenzia doti recitative scarsissime e scompariranno nel nulla o cambieranno mestiere da li a poco, la regia è poco immaginifica e alquanto piatta ed anche se la storia si svolge a Roma le locations sono spesso squallide in particolar modo quella della discoteca dalla quale sarei fuggito dopo neanche 5 minuti per non parlare della parata finale delle coppie nell'ippodromo che è l'apoteosi dell'assurdità di parecchie situazioni che compongono la sceneggiatura fra le quali c'è una sottotrama alla Romeo e Giulietta e soprattutto un turno di lavoro ai mercati generali il primo dell'anno che credo siano rimasti aperti in Italia in esclusiva per questo film.

Ma dopo questo massacro come fai a dargli un giudizio positivo vi chiederete?

Perchè è leggero come una piuma e si mastica come una big babol suscitando l'effetto nostalgia più onesto che ci sia per chi in quegli anni cominciava a staccarsi dai giocattoli ed annusare il mondo adulto.

I due veri protagonisti sono la Ferrari e Ciavarro che mantengono i loro nomi di battesimo anche nel personaggi del film, furono rimessi a contatto dopo la chimica mostrata in Sapore di mare 2 ma questa volta il copione gli offre il taglio drammatico della loro storia e francamente rientriamo nel territorio dell'assurdo con lei giovane agiata venuta da Milano che lo mangia con gli occhi e rimane attratta dalla sua aura di lupo solitario tenebroso costretto a spezzarsi la schiena per mantenersi gli studi: la scena dei mercati generali dopo la festa di capodanno che rivela i sentimenti di entrambi è scritta maluccio e non si capisce perchè Massimo respinga Isabella vomitando insulti visto che la ragazza appare dolce ed affettuosa, i due attori non sono certo favoriti dal copione per farla funzionare e le loro esili doti drammatiche non li aiutano ma li salva la loro bellezza e una solida affinità, Ciavarro lascerà il cinema entro qualche anno mentre la Ferrari continuerà la sua corsa sfiorendo un pò in bellezza ma migliorandosi come attrice però la Isabella nazionale di Sapore di mare e questo film rimarrà per sempre nei sogni di molti ragazzi della mia generazione, chi ne fa le spese di tutta questa storia è lo scarsissimo Carlo Mucari nel ruolo dello sbeccaccione della classe, probabilmente il peggiore dell'intero cast anche per il ruolo che riveste perchè non mi sembra John Travolta.

La bellezza non è esclusiva della Ferrari perché la vera "strafiga" del film è Marina Occhiena che sculetta elegantissima davanti agli scolaretti intenti a sorseggiare gassose ma qui entra in scena il Ginburrasca del film Mauro di Franceso che aveva 33 anni!Gulp!

Il suo personaggio che imbastisce scommesse, spara battute senza senso che non fanno ridere e guida la cadillac è l'apoteosi dell'inverosimile e proprio da una sua scommessa su chi aggancerà la strafiga si evolve un altro bel pezzo di film che lo vede protagonista a corteggiare la Occhiena.

La palma d'oro alla miglior attrice femminile in Chewingum la do però a Mara Venier nel ruolo della professoressa corteggiata da un suo alunno ed i motivi sono tre e molto validi: ha l'età giusta per la parte che interpreta, è di gran lunga la migliore attrice di tutto il cast e soprattutto è una donna che ho sempre trovato bella, attraente e simpatica e qui era in gran forma.

Il miglior attore è senza dubbio Luca Ward invischiato in una complicata love story con la compagna di classe Marina Viro perchè separati dalle famiglie come Montecchi e Capuleti: il ragazzo farà strada soprattutto come doppiatore e già qui dimostra che questa era la via giusta da percorrere ma come interprete non sfigura affatto.

La cosa migliore del film sono alcuni brani storici del decennio: i più citano Self Control di Raf che verrà cantata anche da Laura Branningan ma io preferisco nettamente The more you live the more you love dei The flock of seagull (Lo stormo di gabbiani) che ha una sonorità tipica di quegli anni ricercabile in gruppi come Talk Talk, Depeche Mode e Tears for fears, la vera gemma è però Shadow dancing cantata da Betty Vittori, un brano romantico e di atmosfera che in chiave strumentale in sottoffondo fa da tappeto alle tante love story narrate nel film.

 

 

 

 

 

 

 

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