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Independence Day

Regia di Roland Emmerich vedi scheda film

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La recensione su Independence Day

di LuigiSantomauro
9 stelle

Emmerich, legato al genere catastrofico, rappresenta un attacco da possibili invasori venuti dallo spazio profondo. L'idea di base, pur avendo alcune analogie con il Cult anni '50 "La Guerra dei Mondi" di H. G. Wells, è estremamente geniale tramutandolo in un piccolo Capolavoro di questo genere. Divenne fin da subito un Blockbuster con un ingente incasso al botteghino. 
Il regista, come in tutte le sue pellicole, inserisce una venatura patriottica indirizzata agli U.S.A. che potrebbe risultare eccessiva e dolciastra agli occhi degli spettatori. Gli eventi utopistici sono il pezzo forte di questo film. Essendo un prodotto megalomane e fatto principalmente per intrattenere, non si deve pretendere di prenderlo come un prodotto contegnoso. 
La messinscena del direttore è spettacolare e varia dalle classiche inquadrature basilari e semplici ad alcune veramente complicate con angolazioni e movimenti di macchina incredibili per dare risalto alle titaniche sequenze ricche d'azione. La sceneggiatura di Devlin, che curò anche quella di "Stargate" dello stesso Emmerich, è lucida e lineare senza confusioni di alcun genere, le azioni svolte dai protagonisti sono raccontate chiaramente. Di certo non mancano i momenti di pathos e di tensione ben distribuiti che non si lasciano mai prevedere. Sono anche abbastanza intelligenti e ben scritti i dialoghi che risultano verosimili. Presenta qualche franchezza e piccoli buchi di sceneggiatura ma vengono subito scordati dallo spettatore che è preso dall'azione del momento. Insignificanti e passabili sono gli equivoci della storia che sono giustificati dalla mole di pagine del copione. Ben caratterizzati sono i personaggi interpretati da un cast stellare (Pullman, Goldblum, Smith, Quaid, Loggia, Hirsch e Spiner) anche se alcuni sono mal sfruttati e/o dimenticati per il resto della vicenda. La fotografia è decisamente calda e dalle tonalità di colore molto vivida e accesa. Il montaggio è limpido e nitido che mai annoia, possiede un ritmo travolgente e riesce ad immedesimare benissimo l'astante tenendolo incollato alla poltrona seppur la durata sia eccessiva si può lasciar correre. Gli effetti speciali, sia artigianali che in CGI, presenti nella pellicola sono realizzati encomiabilmente e la pellicona in effetti non ne risente. Appunto non sono per niente invadenti e sanno essere ben controllati e quindi vengono usati solo dove servono. Addirittura si aggiudicò nel 1997 un meritatissimo Oscar agli Effetti Speciali. Il concept degli invasori è diverso dai soliti e classici che siamo abituati a vedere nelle molteplici pellicole. Superba e sublime è la partitura sonora di David Arnold che immette a chi sta guardando ansia ma allo stesso tempo trepidazione.
Per concludere, un prodotto di proporzioni titaniche che sfocia sovrabbondantemente nell'astratto comune. Un innovazione per il suo genere che col passare del tempo è sprofondato nel grottesco. Un Cult intramontabile che rimane memorabile per quello che è, un puro e semplice intrattenimento. 

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