Regia di John Huston vedi scheda film
Film di 118' condensato in meno di 100' da La7. Se la trama è complessa il taglio di 20' ne rende più difficoltosa la comprensione. La critica ha parlato di "uno spy movie di labirintica assurdità" Avrebbe forse dovuto prima documentarsi su caso LITVINENKO del 2006 o su quello di JUSCENKO, episodi (non film) che anche i giovani dovrebbero conoscere. Quanto alla descrizione "malevola" di una Mosca by night "all'insegna della droga e del meretricio, abitata da sadici, ninfomani, canaglie di ogni risma", mi piacerebbe conoscere quale altra grande città nel mondo è priva di questa atmosfera in quelle nicchie ove sguazzano soggetti disgustosi. In realtà la difficoltà di lettura risiede nella difficile identificazione in tempo reale dei molti personaggi coinvolti, spesso con molteplici nomi. Per il resto la spy story, cupa, dura, crudele, sadica, brutale, in cui, per l'obbiettivo da raggiungere vengono impiegati metodi spregevoli e la lotta non risparmia nè avversari nè alleati, scorre coerente ed articolata con finte e controfinte, con personaggi realistici nel clima della "guerra fredda". In questo vale la regia di Huston, eclettico, prolifico, geniale, alle prese con un genere di film a lui inconsueto, senza farsi condizionare dalle bonarie, ironiche, fantasiose avventure di 007, ma vuole deliberatamente calarsi in un ordito quanto mai verosimile. Cast sopraffino: la colonna sonora accompagna e sottolinea drammaticamente gli eventi. Voto 8
Nella locandina americana del film campeggiano le seguenti parore "se perdi i primi cinque minuti, manchi un suicidio, due esecuzioni, una seduzione e la chiave della vicenda". Il Colonnello Kosnov, capo di una sezione del KGB, spietato e brutale assassino, viene chiamato in un carcere dove il russo Poliacov si è ucciso. In carcere ci sono la madre e la sorella, che Kosnov ordina di giustiziare, e la moglie Erika con la quale "s'intrattiene" e poi sposerà. Da parte americana un alto funzionario ha inviato una lettera al Kremlino in cui offre l'appoggio del suo governo per boicottare i piani atomici della Cina. Poliacov era stato il contatto tra USA e Politburò. Per ricuperare questa lettera viene formata una squadra di spie free-lance diretta dal "bandito" e di cui fanno parte il capitano Evans, per l'occasione espulso dalla marina, un magnaccia ("la puttana"), un omosessuale ("lo stregone") e la figlia di un abile scassinatore ("il costruttore"). Il quartetto si cala nei panni di residenti russi e, accordatisi di spartire il premio di ingaggio fra i sopravvissuti, vanno in Russia nell'appartamento del braccio destro di Kosnov, ottenuto con il ricatto. Inizia la raccolta di informazioni e, colpo maestro, Evans diventa il gigolò di Erika. Questa avverte che i quattro compagni di Evans sono stati catturati:due sono morti, la ragazza avvelenata. Rimane il "bandito" e Evans, ricattando il funzionario del politburò, ne ottiene la liberazione. Nel frattempo si viene a sapere che la lettera è a Pechino. A questo punto: missione fallita, premio d'ingaggio diviso in due e ritorno in patria. Ma forse il vero scopo del "bandito" è quello di vendicarsi sullo spregevole Kosnov. uccisione puntualmente eseguita con cinico sadismo. Il finale, amaro, è a sorpresa. I colpi di scena sono numerosi, lo svolgimento ricco di suspense fanno del film una delle più verosimili, avvincenti ed agghiaccianti spy story mai prodotte
Appropriata e coinvolgente
nulla
Solida, coerente, ben congegnata, lontana dalle gesta di Bond, vicina invece a "i tre giorni del Condor)
Affascinate, perversa cinica: bravissima
Valido nella parte dell "puttana". Recitazione espressiva e coerente col personaggio
Un "bandito" perfetto.
Non dimentichiamo l'ottimo von Sydow (Col. Kosnov) ed il bravissimo G. Sanders "lo "stregone"
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