Regia di Harold Young vedi scheda film
Buon dramma storico ambientato durante “il terrore” della rivoluzione francese, quando la (quasi) intera classe nobiliare del paese venne sterminata a colpi di ghigliottina. Il “quasi” si riferisce proprio alla trama di questo film, che vede il leggendario eroe inglese impegnato a far scappare dalle galere repubblicane il maggior numero di nobili possibile, e di farli espatriare in Inghilterra. Le prove degli attori sono di tutto rispetto, a cominciare dal protagonista Leslie Howard, al sempre grande Raymond Massey, e a Merle Oberon. Massey non divenne mai un divo, tuttavia era davvero un grande attore. L'azione non è molta, ma la tensione drammatica che si crea tra i personaggi, specie tra l'ambasciatore e la nobildonna, è efficace e ben gestita.
Certo, Korda non fa mistero di non essere un estimatore della rivoluzione francese, tuttavia la rappresentazione del “terrore”, con migliaia di decapitazioni sulla pubblica piazza davanti a una cinica folla plaudente, fu una verità storica alla quale il film fa giustizia. A questo proposito, al regista va riconosciuto il merito di un'onesta riflessione sulle cause della rivoluzione, della quale la classe nobiliare fu in gran parte la causa indiretta. In un dialogo tra i condannati si dice: è colpa nostra, perché per tanto tempo non abbiamo voluto dare ascolto al popolo. Il modo con cui quest'ultimo decise di alzare la testa è però commentato a sufficienza da un montaggio che poteva piacere ad Ejzenstejn: prima l'immagine delle esecuzioni di massa, e poi un primo piano sul motto della rivoluzione “liberté, egalité, fraternité”. L'uguaglianza forse la misero in pratica, le altre due possono servire al più per del sarcasmo.
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