Regia di Fred Schepisi vedi scheda film
Un giovane nero dall’aria estremamente distinta e dalla parlantina sciolta si introduce nelle case di ricchi newyorkesi, spacciandosi per un amico dei loro figli e offrendo ruoli di comparsa nel film che suo padre Sidney Poitier sta preparando: non mira a derubare né a truffare nessuno, vuole solo essere come loro e per certi aspetti si dimostra migliore dei loro figli, distratti e assenti. Riferimenti insolitamente alti per un film hollywoodiano: Teorema (un estraneo si insinua nell’ordine borghese e ne scardina gli equilibri), Il fascino discreto della borghesia (i personaggi non fanno altro che partecipare a tavolate e raccontare i fatti propri). Schepisi non è un genio, ma sa cucinare gli ingredienti con intelligenza e originalità. Un film ammaliante e ambiguo come il personaggio che ne è il motore: mostra il lato inquietante della frase “nessun uomo è un’isola” e suggerisce qualche dubbio sull’apparente invulnerabilità di una posizione sociale privilegiata. Gran bella squadra d’interpreti, in cui spicca per sensibilità Stockard Channing: è a lei che viene affidata l’ultima parola.
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