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Vogliamo i colonnelli

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vogliamo i colonnelli

di Dany9007
10 stelle

Nel mezzo di un decennio che aveva fatto delle tensioni sociali, politiche e degli attentati terroristici il suo marchio di fabbrica, il cinema italiano stava diventando, a sua volta e non sempre con ottimi risultati, legato al contesto contemporaneo: dai film di Petri sulle storture legate al capitale (La proprietà non è più un furto), alla produttività (La classe operaia va in paradiso), all'uso arbitrario della giustizia (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto) o all'influenza della stampa (Sbatti il mostro in prima pagina di Bellocchio) ma anche in generi tradizionalmente avulsi da analisi politiche, come il western (vediamo esempi come Giù la testa di Leone). Come accennato, non sempre i risultati sono stati felici, tante volte in quegli anni, si è cercato di legare contesti passati ad un sentimento di rivolta contemporaneo con un approccio piuttosto dozzinale e naturalmente invecchiato. Monicelli invece parla di una delle pagine più buie di quegli anni con uno stile impeccabile e senza mezzi termini: il recente (mancato) Golpe Borghese era materiale estremamente ghiotto per una sceneggiatura scritta a sei mani dal regista con i fedeli Age e Scarpelli, che permette una spassosissima e al contempo amara riflessione sui pericoli a cui veniva posta la democrazia. Il regista però non si ferma a porre in risalto quell'episodio: nella vicenda infatti emergono tutte le storture legate al mondo militare, ricco di personaggi senili e nostalgici del fascismo, ma che ancora occupano posizioni importanti all'interno degli organismi democratii. Puntellata di figure che entrano nella memoria (dal fantastico tenentecolonnello sabauda Ribaud interpretato da Antonino Faà di Bruno, futuro Duca conte Semenzara de Il secondo tragico Fantozzi, al sardo colonnello Furas o al veneto Barbacane che cerca di parlare con accento romano per ragioni di virilità) spicca fra tutte quella di Tognazzi che interpreta il capo di questa cordata macchiettistica ma che farà le spese quando, andato a rotoli il suo piano, dei professionisti dell'eversione riusciranno a prendere il potere limitanto seriamente la democrazia.

Uno dei film, a mio avviso, più riusciti di Monicelli e posto in secondo piano rispetto ad altri: da vedere e rivedere.

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