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Fargo

Regia di Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Fargo

di champagne1
8 stelle

L'apparentemente mite Lundegaard, venditore di automobili in una concessionaria di proprietà del suocero, per sistemare la propria problematica situazione finanziaria, decide di inscenare il rapimento della moglie in modo da costringere lo stesso cinico suocero a sborsare un lauto riscatto. Ma le due mezze tacche assoldate per eseguire l'operazione (peraltro con una cifra irrisoria rispetto all'entità dell'intero riscatto) cominciano ad eseguire una serie di errori che li costringono a intervenire in modo drastico,  commettendo efferati omicidi in una sperduta landa del Minnesota, fra neve a perdita d'occhio e freddo polare. Una singolare figura di poliziotta locale, gravida al settimo mese e iperfagica, comincia perciò a indagare sugli eventi, mostrando una grande perspicacia...


C'è di tutto in questo noir dei Coen per attirare l'attenzione dello spettatore e solleticarne la sensibilità.

In uno scenario invernale monotono, ricoperto da una uniforme ed enormecoltre di neve,  si svolgono le vite di soggetti stravaganti e imperfetti, ma ognuno fortemente caratterizzato: il venditore cinico e pusillanime, il suocero avido e pieno di sé, il rapitore muto e impulsivo, l'altro rapitore chiacchierone e pressapochista, la poliziotta famelica e acuta osservatrice.

L'effetto finale visivo è la rottura della monotonia esterna, di questo biancore abbagliante, con il rosso vivo del sangue appena sgorgato. Ma avviene anche un'altra forma di rottura, quando gli esseri umani - pur avvolti da una Natura severa ma protettiva - trovano lo stesso il modo di sconvolgere l'equilibrio delle cose spesso per futili motivi.

Almeno così la pensa Marge, la poliziotta, quando si domanda incredula, nonostante il suo lavoro, come si possa arrivare ad  "uccidere e per cosa? per un po' di soldi?"

 

E' l'immagine della umanità, come la intendono i fratelli Coen, destinata a perdere sempre e comunque la propria innocenza, nel film simboleggiata dal figlio di Lundsgaard che, travolto da drammatici eventi troppo più grandi di lui, passa drammaticamente da quella fase pre-adolescenziale all'età adulta in un colpo solo.

L'unico che sembra salvarsi è il marito della poliziotta, pescatore pittore che riceve gratificazione da quello che fa e non ha bisogno di cercare di essere nessun altro.

Tutto il film è pervaso da un tono di commedia che sembra quasi estraneo alle vicende raccontate e invece ne fa risaltare le meschinità. Lo spettatore è quasi travolto (ed affascinato) da un effetto domino che comincia con un piccolissimo gesto e si sviluppa fino alle estreme e più drammatiche conseguenze, come a sottolineare che anche piccole debolezze possono causare grandi disastri.

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