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Il volo della fenice

Regia di Robert Aldrich vedi scheda film

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La recensione su Il volo della fenice

di Furetto60
8 stelle

Ottimo Aldrich

Un aereo di una compagnia petrolifera,pilotato da Framk Towns,veterano di guerra, in seguito a una tempesta di sabbia, è costretto a un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara.

Lo schianto sulla sabbia causa la morte di due passeggeri ed il grave ferimento di un terzo,che morirà poco dopo, lasciando illesi i due membri dell'equipaggio e gli altri passeggeri,però il  velivolo è ormai inutilizzabile, la radio guasta. I superstiti attendono invano per giorni e giorni l'arrivo dei soccorsi. Poi dopo altri fallimentari tentativi, aggrappano le residue speranze all'idea, apparentemente pazzesca, di un loro compagno di sventura, un progettista di modellini d'aereo, di ricostruire un piccolo aereo con il motore superstite e alcune parti integre del grande velivolo.Dapprima oggetto di scherno e incredulità, la proposta appare alla fine l'unica ancora  di salvezza, soprattutto alla luce delle misurazioni e dei calcoli elaborati dal suo ideatore,sempre più convinto, cosi dopo aver perso altri due uomini, a seguito dell'incontro con dei nomadi assassini,rimasti in sette decideranno di infondere impegno ed energia nel folle progetto e col piccolo aereo,costruito con mezzi di fortuna,gli uomini rimasti in vita potranno quindi raggiungere la sospirata salvezza.

Potrebbe sembrare un solido film d'avventura e basta, ma non è cosi.Aldrich era un regista molto abile,di consumato mestiere, e cercò di compiere  una approfondita analisi psicologica dei personaggi,persone normali, ma poste in un contesto estremo, situazione d'emergenza,afflitti da problemi di sopravvivenza fisica e con i relativi contrasti che ciò suscita. Forse utilizza troppo la formula degli stereotipi, ma lo fa con diligenza ed eleganza, cosi mette insieme un gruppo rigorosamente maschile,dove ognuno ha la sua nazionalità e il relativo carattere,il dottor Renaud, un medico francese, l'operaio petrolifero Trucker Cobb, appena licenziato perché affetto da turbe psichiche, il capitano Harris, un rigido militare inglese,  il sergente Watson,poi  Mike Bellamy, un prospettore petrolifero , Standish, un timido  ragioniere; Ratbags Crow, un irriverente e caustico giornalista scozzese,infine Heinrich Dorfmann, il  tedesco che come da copione è teutonicamente rigido e perseverante e si scontra sistematicamente con Town,interpretato egregiamente da James Stewart,il più tradizionalista e anche il più scettico sulla sua fantasiosa idea. Comunque il bisogno aguzza l'ingegno, come prova questa storia,ispirata al romanzo omonimo di Elleston Trevor.Musica appropriatissima.Da evitare il fiacco remake del 2004.

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