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Casinò

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Casinò

di uccio
10 stelle

Nonostante mi sia sempre professato un fan del lavoro di Martin Scorsese e lo abbia ormai da tempo annoverato tra i miei registi preferiti, sono ancora parecchi i film della sua produzione che ancora non ho visto. Ieri ho messo la pezza a un cruccio che mi assilava da tempo. Come potevo non essermi ancora dedicato alla visione di Casinò, dove il regista torna a lavorare con Robert De Niro e Joe Pesci, dove vengono ripresi i temi già battuti da Scorsese legati alla criminalità organizzata e dove la cornice è la sfavillante città del vizio, immortalata nel decennio dei Settanta. Non potevo.

Proprio in questo sta il pregio maggiore del film, una sensazione di ritorno a casa, il piacere di guardare ancora e per la prima volta un film con un De Niro ad altissimi livelli, una splendida ricostruzione di una storia avvincente immortalata da un grandissimo cast e una regia impeccabile. Splendida Sharon Stone nei panni della viziosa Ginger per la quale De Niro/Rothstein perde la testa (e come non potrebbe?) e sempre efficace il piccolo ma grande Joe Pesci nella parte dell'affiliato senza scrupoli Nicky Santoro. Ritorna anche il confronto De Niro/James Woods direttamente da C'era una volta in America. Qui il vecchio Max diventa il pappa Lester Diamonds, indiretta spina nel fianco di Rothstein. Completano lo splendido cast una carrellata di volti italoamericani a dar corpo all'organizzazione criminale ben rappresentata in tantissimo cinema statunitense: Frank Vincent, Pasquale Cajano, Vinny Vella, Joseph Rigano, Philiph Suriano, etc...

Questi elementi potevano bastare da soli a creare un grande film alla realizzazione del quale collaborarono anche, in diversi modi, i protagonisti delle vicende reali sulle quali la trama del film è stata sviluppata. Inoltre, grazie allo zampino del nostro Dante Ferretti, la Las Vegas degli anni '70 appare più scintillante e credibile che mai. Caratteristica che accompagna il film per tutta la sua durata (ben 165 minuti) è l'onnipresente voce fuoricampo che narra tutta la storia fin dalla prima scena nella quale vediamo De Niro/Rothstein entrare nella sua auto e saltare per aria... rewind...

Rothstein si occupa di scommesse, è uno bravo, di quelli che non sbagliano, tanto bravo da guadagnarsi il soprannome di Asso e da far guadagnare un sacco di soldi alla famiglia mafiosa di Gaggi (Pasquale Cajano). Fiutato l'affare dei casinò, la famiglia mette proprio Asso a dirigerne uno, il Tangiers, e mandano il suo amico d'infanzia Nicky Santoro a guardargli le spalle. In breve il Tangiers diventa una miniera d'oro sulla quale effettuare la celebre scrematura, ossia la sparizione di parte degli incassi a favore delle famiglie mafiose. Asso è uno che sa come far girare le cose, non un delinquente violento come Nicky. Di contro Nicky non è per gli affari fatti in maniera discreta e proprio per questo le cose si faranno difficili. In più l'amore di Asso per la bellissima Ginger, donna alla quale piace la bella vita, complicherà ulteriormente le cose. Con gli anni le cose si deterioreranno e inizieranno a irritare i capi delle famiglie.

Una storia che copre diversi anni nella vita dei personaggi e in quella di Las Vegas, un passare del tempo rimarcato magnificamente dal cambio di costumi e look della Stone e sul finale dall'arrivo delle grandi aziende, nuove gestioni per i casinò, e della regolamentazione nella capitale del peccato.

Oltre allo sviluppo della storia in sè il grande lavoro è stato fatto sui tre protagonisti principali, un Rothstein sempre più lanciato che fatica ad accettare i metodi del suo amico d'infanzia Nicky, esageratamente violento, difficile da tenere sotto controllo. Sul versante domestico una relazione con una donna bella e impossibile, una di quelle corse perse in partenza, una relazione dove i sentimenti non sono mai al primo posto. Rispetto. Denaro. Potere. A ognuno il suo desiderio, in fondo siamo a Las Vegas.

Dal mio blog: http://lafirmacangiante.blogspot.it/

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