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Othello

Regia di Oliver Parker vedi scheda film

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LucioLoLoryLore

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La recensione su Othello

di LucioLoLoryLore
7 stelle

Non la migliore trasposizione Shakespeariana di Branagh, regista di formazione e predisposizione teatrale , anzi, ha proprio il vezzo del teatro portato sul grande schermo, che stavolta, se la cava meglio davanti la telecamera piuttosto che dietro. Ha fatto meglio prima e dopo questo. Voto 6½ / 7

 

 

Ci fu un tempo in cui Branagh amava trasporre importanti opere teatrali...in opere cinematografiche.

Anzi, non so se fosse il suo esordio, sia come attore che come regista, ma la prima volta che lo vidi fu proprio nel suo "Enrico V" (suo come regia )  e mi appassionò a quel cinema dalla forte impostazione teatrale.

Negli anni a seguire vennero almeno altre due trasposizioni di importanti  testi di Shakespeare: il corale "Molto rumore per nulla" che ebbe un buon successo di critica e pubblico, e una versione post moderna di Amleto, che personalmente non gradii troppo per l'ambientazione in epoca imperiale russa, o zarista, pardon, e del cast destò una certa sorpresa un inedito e più trattenuto Robin Williams. Miglior piglio aveva avuto sul sottoscritto il sontuoso "Amleto" di Zeffirelli con uno strepitoso Mel Gibson, ma l'opera, di grande rilevanza ed impegnativa, che vantava pure un cast importante, fu però considerato un mezzo fallimento del nostro cineasta dalle velleità internazionali, strizzando di tanto in tanto l'occhiolino alla Hollywood dei bei tempi...

 

Tornando al film in questione , visto la prima volta restai ammirato. Trovai originale il vezzo degli interpreti principali, di confidar alla telecamera i propri pensieri ed intenti, contro ogni basilare regola attoriale, almeno che non si sia Tom Selleck in Magnum PI ;) (spesso il sexy baffo si concedeva questo vezzo)

 

Rivisto oggi, ha abbastanza ridimensionato il mio entusiasmo.

Tuttavia, resta ampia la sufficienza che vado a conferire, grazie ad un buon cast all'altezza in cui spiccano proprio lo stesso regista britannico ed un neanche tanto sorprendente Lawrence Fishburne, che qui, rimette in gioco più o meno il suo celeberrimo Morfeo del videogioco Matrix.

 

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