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Heat La sfida

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su Heat La sfida

di emil
10 stelle

capolavoro? diciamolo pure, capolavoro.

Guardie e ladri con Pacino e De Niro.

Vincent Hanna (Al Pacino) è il tenente di polizia che si mette sulle tracce del rapinatore Neil McCauley (De Niro) e della sua banda, dopo una rapina ad un furgone portavalori finita davvero male. Neil ha in canna un altro colpo, l’ultimo, e poi via , lontano da Los Angeles, lontano dagli sbirri. Quello che la banda di Neil ignora è che Vincent Hanna li sta pedinando da un po’, e non ha nessuna intenzione di mollare.

Sgombriamo il campo subito da ogni dubbio: “Heat – la sfida” è il capolavoro di Mann, forse il poliziesco più riuscito della storia del cinema. Un film che guarda oltre l'azione, aprendo una riflessione pervicace sulla propria posizione nel mondo. Una caccia , un faccia a faccia tra due uomini diversi eppur simili, che alla fine finiscono per cercarsi, per dare un senso alle proprie vite.

La statura tragica di Hanna e McCauley trascende il film, irrompendo contro ogni sceneggiatura , divenendo cosí cuore emotivo della storia, che non perde un colpo, che non sbafa neanche un po', nonostante i 170 minuti di durata. Entrambi sprofondano in un baratro morale che aumenta i giri man mano che la sconfitta si profila all'orizzonte, perché nessuno dei due vuole perdere. Tutti però si ritagliano il proprio pezzo di gloria (da Tom Sizemore a John Voight), che Mann scolpisce nell’immensità grazie ad un montaggio alternato fra perle di purezza estatica innestate tra rapine e spari: momenti di disperazione ed affetto, come quelli che relegano all'eternità cinematografica Val Kimer e Ashley Judd , in una delle storie di amore più empatiche di sempre (“Per me il sole nasce e muore con lei”).

Pacino e De Niro all’epoca avevano il mondo cinematografico ai loro piedi, guardando il film si capisce subito perché.
Il primo è un poliziotto malato, pronto ad esplodere da un momento all'altro, che non ha scampo da se stesso, che pensa solo a quelli a cui dà la caccia, mandando in malora tutto il resto , affetti compresi. Sguardo famelico , sorriso da rettile , pistola o mitra che sia, saldamente in pugno. Il secondo è pericoloso, implacabile, sempre professionalmente distaccato, eppure dentro il petto qualcosa batte.

"Heat" rigurgita epica da tutti i pori, c'è poco da fare, qualcosa di rarissimo nel genere, che fa assomigliare il film ad una tragedia greca, ad un noir dove non possono esistere più eroi.
Percepire é meglio che vedere, osservare è più importante che agire, prevedere le mosse dell’altro diviene necessità morale; momenti tesissimi, pregni , sospesi nel ticchettio di un ultima rapina. Chi é in grado oggi di filmare una sparatoria così? Almeno una decina di scene da mandare a memoria , una su tutte l'incontro alla tavola calda tra Pacino e De Niro, un momento indimenticabile di puro appagamento sensoriale.
"Heat" è questo e molto di più.
Capolavoro? Si capolavoro.

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