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Sam Was Here

Regia di Christophe Deroo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sam Was Here

di maurizio73
5 stelle

Thriller dell'orrore che fa dell'ambiguità la cartina di tornasole per una nemesi cinefila che gioca col protagonista e con gli spettatori, disseminando lo scenario di una inquietante simbologia del presagio in mezzo al nulla e contaminando il realismo dell'ambientazione con le allegorie del racconto morale al limitar di Dite .

Quando la sua auto rimane in panne in una località sperduta nel deserto del Mojave, il rappresentante di commercio Sam rimane del tutto isolato dal mondo esterno: ne' la moglie ne' il suo capo gli rispondono al telefono, gli abitanti del luogo sembrano essersi volatilizzati, un inquietante fenomeno luminoso campeggia in cielo e soprattutto la trasmissione radiofonica che sta' ascoltando parla di un pericoloso serial killer pedofilo che corrisponde esattamente alla sua descrizione.

 

locandina

Sam Was Here (2016): locandina

 

La kafkiana vittima predestinata di un crudele gioco meta cinematografico, tra la follia persecutoria di un Duel nel deserto del Mojave e la corsa senza speranza di un Vanishing point con il beffardo accompagnamento di una onnisciente voce radiofonica che sembra avercela proprio con lui. Questo in buona sintesi il senso di un incubo paranoide da Fata Morgana che attanaglia l'uomo di città nella trasferta di una desolata Twilight Zone in cui la verosimiglianza è solo lo specchietto per le allodole per una inesorabile discesa agli inferi. Thriller dell'orrore che fa dell'ambiguità la cartina di tornasole per una nemesi cinefila che gioca col protagonista e con gli spettatori, disseminando lo scenario di una inquietante simbologia del presagio in mezzo al nulla (First Snow - 2006) e contaminando il realismo dell'ambientazione con le allegorie del racconto morale al limitar di Dite (An Occurrence at Owl Creek Bridge), è un film che scopre pian piano le sue carte, rivelando dietro la contingenza di un incubo del sospetto l'eterno ritorno di una condanna ultraterrena. Insomma un mediometraggio che utilizza il classico impianto di un episodio antologico a tema (Tales of Halloween) come pretesto per un omaggio neanche troppo velato al cinema di Carpenter: dall' invulnerabile maniaco mascherato del Michael Myers in Halloween alle Fauci della Follia di un beffardo teatrino eterodiretto, dalla desolata ambientazione di un surreale deserto umano alle contaminazioni musicali di un inquietante campionamento elettronico.
Il povero Sam è l'ultimo uomo in una terra di nessuno a guisa di set cinematografico cui si fa credere di avere un passato, un lavoro da fare e una famiglia da raggiungere (in occasione del compleanno della figlia), per poi buggerarlo con rosseggianti fotometeore celesti, chiamate a senso unico verso anonimi risponditori automatici e le mollichine di pane di allarmanti missive delatorie. Il survival movie on the road di in anonimo commesso viaggiatore che una implacabile caccia all'uomo trasforma da vittima incolpevole di un pretestuoso clima di sospetto ad efferato omicida seriale per legittima difesa. Finale a sorpresa sul tema del doppio e del senso di colpa, che prospetta l'inferno di una terribile espiazione, un diavolo di spalle che fa il DJ ed un omaggio involontario al Fulci de ...E tu vivrai nel terrore! L'Aldilà. Interessanti soluzioni di regia che sfruttano la fascinazione di un orizzonte desertico ben fotografato e le astuzie di un montaggio serrato in grado di tener desta l'attenzione dello spettatore fino al beffardo ceck out che precede i titoli di coda. Ingenerose le critiche avverse: se lo avesse girato, chessò Christopher Nolan, magari avrebbero gridato al capolavoro!

 

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