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Mad World

Regia di Wong Chun vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Mad World

di AndreaVenuti
8 stelle

Mad World è un film di Hong Kong del 2016, diretto e montato da Wong Chun.

Il film ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali dal Grand Prix dell'Osaka Film Festival, fino ad arrivare al Mymovies award del Far East Film Festival di Udine.

 

Sinossi: Il trentacinquenne Tung (Shawn Yue) è da poco stato dimesso dall'ospedale psichiatrico a causa di un disturbo bipolare, ad attenderlo c'è il padre (Eric Tsang); tra i due non scorre assolutamente buon sangue visto che "l'anziano" genitore in passato lo aveva abbandonato da solo con la madre malata per emigrare in Cina in cerca di maggiore fortuna; tuttavia i due dovranno affrontare problemi ben più gravi, visto che la società non è pronta ad accogliere persone come Tung...

Shawn Yue

Mad World (2016): Shawn Yue

Mad World segna l'esordio alla regia del giovane Wong Chun, ultimo talento emerso dall'ex colonia britannica; il ragazzo durante gli studi universitari di Contemporary and New Media Art alla City University di Hong Kong, spinto dalla curiosità frequenta un corso di cinema tenuto da Patrick Tam (uno dei massimi autori della prima new wave) ed improvvisamente s'innamora della settima arte.

Dopo gli studi universitari, realizza una serie di cortometraggi grazie al programma Fresh Wave (organizzazione no-profit fondata dal maestro Johnnie To con l'obiettivo di finanziare cortometraggi di giovani registi) fino ad approdare alla regia di un lungometraggio con questo Mad World, film dove dimostra di possedere un talento cristallino.

 

Wong Chun, grazie anche alla sapiente scrittura di Florence Chan, con delicatezza, sensibilità ed un pizzico di malizia realizza un accurato ritratto di un giovane affetto da un disturbo mentale e del suo complicato reintegro nella società; una società spietata pronta ad additare il malcapitato come un mostro da isolare e rinchiudere quando in realtà è solamente un uomo con delle fragilità, un po' come tutti noi. Non è un caso che l'unico in grado di stargli vicino è un bimbo, che nella sua innocenza comprende le difficoltà di Tung e per questo motivo decide di diventargli amico.

 

Mad Wolrd è dunque un'opera drammatica che affronta una problematica alquanto spinosa. Chun inoltre inserisce nel testo filmico, con estrema intelligenza, una serie di velate critiche alla sua società: dal caro prezzo degli affitti (grave problema locale, a tal proposito Tung e suo padre condividono una piccolissima stanza all'interno di un fatiscente appartamento) all'insensibilità delle nuove generazioni, fino ad arrivare all'incapacità di alcuni dottori nell'affrontare le malattie mentali.

Shawn Yue

Mad World (2016): Shawn Yue

Un altro aspetto determinante del film è l'incredibile regia di Wong Chun, elegante e variegata; il giovane regista predilige molto la macchina da presa fissa unita al campo lungo (quasi sempre in interno), scelta emblematica in grado di scrutare con un'adeguata distanza critica i fatti rappresentati.

il giovane hongkonghese in aggiunta si concede diversi tecnicismi degni di nota ed incredibilmente efficaci; pensiamo alla plongee su Tung da solo in camera (poco dopo essere stato dimesso), inquadratura che schiaccia ed isola il personaggio mettendo in risalto il suo disagio e la sua sofferenza.

Shawn Yue

Mad World (2016): Shawn Yue

Sempre su Tung  meritevole d'attenzione è l'inquadratura con macchina da presa fissa che ci mostra il ragazzo specchiarsi, con la cinepresa posta dietro la nuca del ragazzo enfatizzando dunque la tematica del doppio (in scena ci sono "due Tung" ossia la sua nuca ed il suo volto, riflesso dallo specchio) emblema della sua malattia (bipolarismo; una sequenza simile la ritroveremo con il padre di Tung protagonista, seduto da solo in un pullman a riflettere sul presente e sul passato).

Eric Tsang

Mad World (2016): Eric Tsang

Wong Chun in alcuni frangenti ricorrerà pure alla macchia da presa a mano; ad esempio quando ci mostra il duro confronto tra padre e figlio, sequenza in cui tutti i nodi vengono al pettine. Tale scelta è estremamente utile per trasmetterci la concitazione del momento.

Tornando su Tung si segnala per bellezza e forza espressiva una doppia carrellata orizzontale, inizialmente lenta poi veloce in cui vediamo Tung correre per Hong Kong senza metà in un evidente stato confusionario (molte volte causato dalla cattiveria delle persone).

Termino l'analisi tecnica evidenziando come spesso la narrazione è intermezzata da flashback inerenti al passato burrascoso di Tung; flashback drammatici ma per nulla banali o teatrali (merito anche dell'ottima performance di Shawn Yue, finalmente attore di primo piano dello star system locale).

 

Esordio sorprendete; il cinema di Hong Kong pian pianino continua a proporre del gran bel cinema.

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