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Split

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su Split

di Paul Hackett
5 stelle

Tre adolescenti vengono rapite e tenute segregate da uno squilibrato affetto da personalità multiple e in cura presso una psicologa che poco alla volta intuisce che il suo assistito sta commettendo qualcosa di grave. Nel frattempo, nel luogo di reclusione delle ragazze, ormai sembra imminente l'avvento dell'ultima e più pericolosa personalità del rapitore: la Bestia.

 

Tradendo la ben nota predilezione per i colpi di scena finali che sovvertono la linea narrativa dei suoi film, M. Night Shyamalan dirige un thriller psicologico di una piattezza infinita, totalmente costruito sulla presunta suspence dell'attesa della summenzionata "bestia" e nel quale, di conseguenza, fino a pochi minuti dai titoli di coda non succede praticamente nulla. Girato al risparmio con quattro attori e prevalentemente in interni, ennesima pellicola del fecondo filone sulle personalità multiple, Split trova la sua unica ragion d'essere nella bella prova di James McAvoy che, tuttavia, da sola non può bastare a risollevare le sorti di un'opera tediosa e, a giudicare dalle buone critiche ricevute anche in questa sede, probabilmente anche alquanto sopravvalutata. Per la serie "me la canto e me la suono", Shyamalan ha poi pensato bene di creare una sorta di crossover tra Split e il suo vecchio Unbreakable, girando Glass (2019), che di fatto costituisce un sequel per entrambi. 

 

Delusione: 5/10.

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