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Il signore della morte

Regia di Rick Rosenthal vedi scheda film

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Mr Rossi

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La recensione su Il signore della morte

di Mr Rossi
4 stelle

Inevitabile seguito del film di Carpenter ambientato in un ospedale semideserto. L' unica novità è il numero doppio delle vittime del serial-killer simile a un robot impazzito. Doveva essere il capitolo finale ma purtroppo ne hanno girati altri, tutti uno più brutto dell' altro. A parte la Curtis e Pleasence gli altri sono ignoti/e da telefilm.

 

Inevitabile seguito di un successo a basso costo a dir poco mediocre. Lo sconosciuto regista che sostituisce il più noto John Carpenter, dirige un secondo capitolo che parte da dove finisce il primo cercando di ricreare le stesse atmosfere allucinanti dell’ originale, mantenendo le stesse musiche composte da Carpenter ma ambientandolo per la maggior parte di notte nel piccolo ospedale semideserto di Haddonfield. Del primo film ci sono rimasti soltanto Jamie Lee Curtis nel ruolo di Laurie Strode e Donald Pleasence in quello del dottor Sam Loomis, oltre a un terzo attore meno noto nel ruolo dello sceriffo Leo Brackett, che sconvolto e infuriato lascia il posto al suo vice dopo aver visto il cadavere della figlia alla metà del primo tempo. Gli altri attori e attrici del cast sono emeriti sconosciuti interpreti di vari telefilm e i personaggi da loro impersonati sono carne da macello o figure poco rilevanti.

 

   L’ unica novità è il numero più alto dei morti ammazzati dall’ invulnerabile serial-killer muto e mascherato Micheal Myers (nove rispetto alle cinque vittime del primo episodio) sempre più simile a un robot impazzito, ormai insensibile anche ai colpi di pistola ricevuti a breve distanza. Certe scene di violenza sono state tagliate di pochi secondi nella versione trasmessa in televisione ma anche in quella integrale non sono un gran che. Il finale fa capire che il Mostro di Halloween non tornerà mai più… In teoria. Oltre che invulnerabile probabilmente Myers è anche incombustibile e autorigenerante, dato che risorge al quarto film della serie, girato nel 1988, sempre con il fu vecchio attore inglese Pleasence nel ruolo del suo nemico psichiatra ed investigatore, che dopo questo ne interpretò altri due sequel. Probabilmente lo fece perchè rappresentavano per lui una rara occasione di recitare come coprotagonista essendo stato un attore caratterista specializzato solo in ruoli secondari di Pinchi Pallini e Tizi Semproni in film di vario genere ma spesso di basso livello, comprese alcune pellicole italiane di serie B-Z come Animali metropolitani, Django 2 - Il grande ritorno, Miliardi, Nosferatu a Venezia, Paganini Horror, Phenomena, Spettri Sotto il vestito niente.

 

   A poco o niente servono altre storielle misteriose come quella dell’ unica vittima sopravvissuta alla prima strage di giovani, che sarebbe un' altra sorella dell' instancabile serial-killer, racconti di sanguinarie origini ancestrali celtiche di quella festa in maschera americana e bla, bla bla… Più incredibile il fatto che il padre della vittima ricoverata in ospedale (visibile nel primo film) non vada a vedere come sta la figlia scampata all’ aggressione di un maniaco omicida. Non meno improbabile il fatto che in quel piccolo ospedale di provincia, a parte la protagonista ferita, non ci sia nessun altro ricoverato, a parte alcuni neonati e un bimbo in costume accompagnato dalla madre perchè ferito alla bocca da una moneta, subito medicato e dimesso all' inizio del film. Abbastanza scontato il contesto ambientale in cui finisce la disgraziata protagonista, dove la maggior parte dello scarso personale ospedaliero non presta molta attenzione a quanto è appena successo, compreso l’ unico responsabile della sicurezza, un guardiano notturno goffo, grasso e pure disarmato. Ovviamente faranno quasi tutti una brutta fine mentre la poca polizia locale perde tempo brancolando nel buio, arrivando a uccidere per sbaglio un ragazzo che indossava una brutta maschera di gomma simile a quella del ricercato. Qualche emozione la dà qua e là in un crescendo di tensione discreto, che finisce in un finale più assurdo e spettacolare di quello del primo film ma il trucco è sempre quello di mostrare per pochi secondi il maniaco omicida che aggredisce le vittime all' improvviso e al buio, un facile espediente di altri film del genere, anche se facendolo vedere spesso riducono l' effetto sorpresa.  

 

   Resta il fatto che fino a oggi, dopo questo mediocre “capitolo finale”, di seguiti e remake del primo film di Carpenter, ovviamente uno più brutto dell’ altro, ne hanno girati fin troppi, facendo scadere la storia originale e i suoi protagonisti al basso livello di altre lunghe saghe horror americane di serie B degli anni ottanta come “Venerdì 13” (11 film dal 1980 al 2009) seguite solo dai fans del genere horror-thriller più violento. Oggi spiace vedere un attrice come la Lee Curtis, che nella sua carriera ha girato altri film di tutt’ altro genere e qualità, lottare ancora a un’ età pensionabile contro questo monotono mostro mascherato anche all' undicesimo e spero ultimo film della serie uscito nel 2022.

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