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Blade Runner 2049

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Blade Runner 2049

di marcopolo30
9 stelle

Difficile dar vita al sequel di un mito, eppure Denis Villeneuve supera a pieni voti l'esame regalandoci un film visivamente straordinario e che mantiene intatto tutto il senso di poesia presente nell'originale di Ridley Scott. Un film da vedere, possibilmente su grande schermo.

Blade Runner 2049” era per me (e per molti cinefili, suppongo) di gran lunga l'uscita più attesa della presente stagione cinematografica. E infatti, in un 2017 che per ragioni logistiche (leggasi: ci siamo trasferiti in c... ai lupi) mi ha visto andare al cinema col contagocce, a ottobre sono comunque riuscito a organizzarmi per tempo e non sono così mancato all'appuntamento in sala. Trovarsi di fronte al sequel di quello che resta per me un mito assoluto non è cosa che accada tutti i giorni, soprattutto quando dall'originale son passati oltre trent'anni. Tanti i rischi dell'operazione, con ai due estremi della scala da un lato quello di una pedissequa fotocopia senz'anima del film di Ridley Scott, dall'altro quello di uno stravolgimento completo, di uno snaturamento del nucleo intorno al quale era stato costruito il sopracitato film. Ecco quindi che il nome di Denis Villeneuve come regista cadeva a fagiuolo: sufficientemente 'forte' per evitare il primo problema schivando eventuali pressioni provenienti dalla produzione; straordinariamente talentuoso e allo stesso tempo non così presuntuoso da rischiare di cader invece vittima della seconda insidia. Il risultato è un'opera visivamente straordinaria nella quale il regista canadese ha saputo prima scegliere quindi miscelare con sagacia gli ingredienti fino ad ottenere un sequel difficilmente migliorabile. Mozzafiato i continui campi lunghi su un pianeta terra ormai totalmente decaduto, e qui la straordinaria fotografia di Roger Deakins ha meriti enormi, ma la vera impresa Villeneuve la compie impregnando il film di quel senso di rara poesia, elemento fondamentale del film matrice, cosa che pochissimi sarebbero riusciti a riproporre. Sulle interpretazioni, straordinaria quella del protagonista Ryan Gosling ma non meno brillanti quelle delle 'spalle', tutte donne, dalla fragile Ana De Armas alla 'robusta' Robin Wright passando per un'eccezionale Sylvia Hoecks. Non male anche il redivivo Harrison Ford, ma onestamente, si fosse presentato con la bianca chioma naturale delle sue 75 primavere, sarebbe stato più credibile. Due quindi le conclusioni: 1) “Blade Runner 2049” entra a pieno merito in quella ristrettissima cerchia di sequels della cui esistenza dovremmo dare grazie a Dio (o quanto meno a regista e produttori); 2) Denis Villeneuve da prova, ancora una volta, di meritare appieno un posto nell'Olimpo dei grandissimi del cinema, e speriamo vivamente che sia capace negli anni di restare su questi livelli.

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