Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Una ragazzina che gioca con le pillole della madre, un ottuagenario troppo in salute per poter andare nelle cliniche in Svizzera, un padre erotomane e narcisista, un rampollo di famiglia alle prese con la consapevolezza di non essere all'altezza delle aspettative.
Questi alcuni dei personaggi della storia firmata Haneke che da alcuni viene curiosamente targata come commedia.
Certo se il riferimento è all'angosciantissimo Funny Games, qui il registro può sembrare molto più leggero, a tratti grottesco se non ilare. Ma l'odore della morte che si respira sin dalle prime battute del film (non pronunciate ma videoscritte a mo' di chat da telefonino) stuzzica lo spettatore in ogni sequenza, anche se piuttosto che creare un'avvolgente atmosfera negativa, il Regista tende a compiere piccoli passi graduali per mostrarci un mondo in cui la rabbia e il risentimento diventano le sole armi con cui i protagonisti sanno gestire le relazioni.
Tramite scene silenziose, frammenti di conversazione e un mondo visivo anche in parte filtrato dall'uso dei media tecnologici (smartphone, pc, TV), quasi per ottenere una sorta di distacco con cui guardare gli avvenimenti e renderceli meno opprimenti, alla fine si disegna una sorta di disperante soap opera delle sorti di una famiglia della buona borghesia europea, rappresentando i vari aspetti del dramma in cui essa si dibatte.
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