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Camera con vista

Regia di James Ivory vedi scheda film

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La recensione su Camera con vista

di lamettrie
5 stelle

Decisamente un ottimo film, dal punto di vista tecnico; ma anche un film troppo  anglofilo, troppo filooccidentale. È per quest’ultimo punto che il film è così apprezzato. Infatti film di autori di area cinese, che non hanno certo un gusto dell’immagine meno mirabile, hanno però una diffusione e un apprezzamento molto inferiori.

Infatti chi ama questo film lo fa ANCHE perché (non si dice certo SOLO perché!!!) vi trova una conferma (peraltro fatta benissimo!) del tono di superiorità che vuole darsi.

L’Inghilterra è, per me, come gli Usa il peggior popolo della storia contemporanea: queste nazioni hanno, meglio e più di tutte le altre, fatto il possibile per rubare tramite la violenza (che però non doveva apparire agli occhi dell’opinione pubblica; anzi doveva apparire soprattutto la filantropia, nella loro politica estera). Tante altre nazioni (africane…) hanno tentato, e magari con successo, la stessa razzia feroce: ma non con le tecniche che il progresso ha messo in mano a questi padroni del mondo, gli inglesi nell’800 così come gli americani nel ‘900. Cosa c’entra questo con il film? Apparentemente nulla, ma in realtà moltissimo: credo infatti che questa sia la base dell’esatta interpretazione dell’operazione consenso che la Nato ha svolto così bene (dal loro punto di vista, non certo da quello della verità storica) sul dominio anglosassone del mondo, reale da oltre due secoli. E tale consenso si basa anche su opere come questa di Ivory, che qui serve a dare occasioni al pubblico colto: come il drive in e il concerto discinto serve ad accalappiare il consenso del popolino, così opere come queste servono da arsenale per gente meno ignorante. Ma l’assenza di senso critico è uguale, in modo allarmante.

Incarnarmi con un inglese mi permette di mostrare che io non sono come il popolo: parlo infatti inglese e quindi non sono un provinciale, ma sono in realtà internazionale, secondo certi dei più squallidi clichè milanesi. Incarnarmi con un inglese mi permette di evidenziare quanto io sono ricco (per forza, quelli erano tra i padroni dei mondo, con tutte le guerre di rapina che facevano!), mentre gli altri sono poveri. Incarnarmi con un inglese mi permette di farmi credere colto (ci credo, quelli erano figli di ricchi assassini o complici interessati di assassini, che commissionavano le guerre, e avevano i soldi così per far studiare i figli), e non essere come uno zotico; come un villano quale viene mostrato il villico toscano, servile con lo straniero, con tanta buona volontà ma ontologicamente, incommensurabilmente inferiore all’anglosassone, che invece può non trattare più la terra e quindi è superiore. Incarnarmi con un inglese mi permette di evidenziare di quanta educazione superiore io sia portatore: di quali modi, di quale raffinatezza! Altrimenti sono un italiano medio, rispetto a cui io mo distinguo (e invece secondo me si è proprio degli italiani medi, per la ignorante invidia nei confronti di chi vuole apparire più ricco di te).

E questo è ancora più umiliante per il pubblico italiano: vedere i propri compatrioti usati come dei dettagli di un paesaggio meraviglioso (e lo è davvero!), di un patrimonio storico-artistico meraviglioso (e lo è davvero!) personalmente mi indigna. Gli italiani toscani come quattro rustici al servizio e al soldo dell’invasore anglosassone (da turista si vede meno, ma poco cambia nella realtà), davanti a cui bisogna sempre tendere il cappello per avere un po’ di elemosina: questo no. La mia interpretazione è soprattutto politica, certo, ma credo che ricalchi il senso di frustrazione che tanti italiani portano dentro: e che li fa sentire inferiori ai vincenti del mondo, i capitalisti, che ieri erano inglesi e oggi sono americani.

Del resto la storia sentimentale è carina, ma non mostra niente degli orridi privilegi di cui è intessuta la nobiltà o comunque la classe privilegiata che qui vi è dipinta. Inoltre è un’opera sentimentale tutta trapuntata di rimozione dell’aspetto sessuale: anche per questo è accetta al conservatore, ed è poco autentica. La noia la fa da padrona.  

Musiche, fotografia, scenografia, regia, sceneggiatura e recitazione sono eccezionali. Ma ciò non toglie il giudizio negativo.

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