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Che vuoi che sia

Regia di Edoardo Leo vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Che vuoi che sia

di Fanny Sally
7 stelle

Claudio e Anna, trentenni lavoratori precari, rimandano il progetto di sposarsi e avere dei figli a causa delle incerte condizioni finanziarie. Lei è una supplente di matematica al liceo, lui, capace ingegnere informatico ridottosi a riparare computer infettati da virus, sogna di poter lanciare sul mercato un’applicazione che permetta di giudicare e ricercare i migliori professionisti di vari settori. L’idea è considerata buona da una società che si occupa di piattaforme web, ma per realizzarla occorre disporre di un capitale sostanzioso che al momento nessuno possiede. L’unica soluzione plausibile per ottenerlo parrebbe essere un crowd funding, ovvero una raccolta di fondi sul web. Claudio tenta questa strada, ma i soldi non arrivano. Tutto cambia però quando, in preda all’alcol e allo sconforto, decide di pubblicare per scherzo un video in cui lui e la sua fidanzata dichiarano che gireranno un film porno una volta raggiunta la cifra di ventimila euro. Inaspettatamente la richiesta riscuote un gran numero di visualizzazioni e il numero di donazioni inizia a superare di gran lunga le aspettative, e la coppia si trova di fronte ad un terribile dilemma.

 

Il buon Edoardo Leo, alla sua quarta prova dietro la macchina da presa, dopo il successo di critica e pubblico di quel piccolo gioiellino che è “Noi e la Giulia”, riprende in parte personaggi  e tematiche già affrontate in altri suoi film – adulti mai troppo cresciuti alle prese con situazioni di precarietà, sogni infranti e fallimenti – accostandole questa volta ad un altro argomento quanto mai attuale, il  potere apparentemente inarrestabile e incontrollabile della rete, e servendosi di ciò per riflettere su problematiche di natura sociale e sentimentale.

C’è una critica ironica ma anche amara alla società di “guardoni” incapaci di relazioni vere, alla stolta vanità dello showbiz che innalza a celebrità persone comuni con la stessa velocità con cui poi le dimentica, ma c’è anche uno sguardo arguto, seppure circoscritto, al cambiamento della famiglia – i due protagonisti convivono con lo zio di lei, separato ma ancora innamorato della moglie, il padre di lui aspetta un figlio dalla giovane compagna rumena – ma anche del mondo del lavoro, sempre più contaminato dalla presenza web, dell’immateriale e delle tecnologie informatiche. È una storia che invita a riflettere in maniera leggera ma comunque pungente sul peso dei compromessi di coppia, e che riesce a trattare un tema abbastanza pruriginoso senza scadere mai troppo nello sboccato.

 

In parte il cast composto, oltre che dallo stesso regista, anche da Anna Foglietta, brillante coprotagonista, Rocco Papaleo nei panni di spalla comica, e Massimo Wertmuller, eccentrico padre del protagonista.

 

Amarognolo e irriverente, forse meno fulminante e divertente del precedente, ma comunque degno di una visione.

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