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Non c'è più religione

Regia di Luca Miniero vedi scheda film

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La recensione su Non c'è più religione

di lolbond007
4 stelle

Commediola di scarso valore, che non aggiunge niente di nuovo al già visto e che si può perdere tranquillamente.

Non si arresta il processo d'invecchiamento della popolazione italiana.

Nel 2015 sono venuti al mondo 488mila bambini e bambine, 15mila in meno rispetto al 2014.

E' il tasso di natalità più basso tra quelli dell'UE, il minor numero di nati dall'unità d'Italia.

I primi dati del 2016 confermano questo trend negativo.

In questa sala ognuno di voi ha 0,65 figli ma possiede 2,83 cellulari.

Vi siete ricordati di spegnerli?

 

Inizia con questa carrelata di dati, Non c'è più religione.

Inizia così, infondendo negli spettatori la speranza che qualcosa sia cambiato, che il tempo dei cinepanettoni sia finito, che sia stato fatto un passo avanti nella neocommedia italiana (troppo) spesso carente in termini di qualità.

Speranza che va progressivamente scemando man mano che corrono i secondi, i minuti, l'ora e quaranta della durata.

Nella piccola isola di Porto Buio, si organizza come da tradizione il presepe vivente. Il bambinello ormai si è sviluppato: ha barba e baffi, i brufoli, e non è, per così dire, in ottimale forma fisica. Il problema è trovare un sostituto, nel quadro dei cattolici e praticanti: non ci sono altri bambini. Si dovrà quindi ricorrere all'aiuto, non gratuito ma in cambio di condizioni ben precise, della comunità musulmana...

Si giunge al termine della pellicola con una sceneggiatura pasticciata, trita e ritrita, che arranca vistosamente già dopo poche scene.

Una sceneggiatura che non riesce, clamorosamente, a strappare che una risata (forzata) o due. Il resto sono flebili sorrisi, donati dal gentile pubblico, nel vano tentativo di non pensare ai sette euro spesi per il biglietto del cinema in questo freddo venerdì sera d'inverno.

Una sceneggiatura, tra l'altro, anche poco originale: basti pensare ad Ameluk, film del 2015 (qui la mia recensione, la prima che pubblicai) che narra nella sostanza la stessa storia, con risultati in termini di qualità non troppo distanti.

La regia è affidata al "maestro" della commedia italiana del nuovo millennio, dopo il successo del pur divertente Benvenuti al Sud, ma caduto nella bassezza comica già con il sequel Benvenuti al Nord e, peggio, con La scuola migliore del mondo, cioè Luca Miniero.

Non c'è più religione è leggermente meglio di quest'ultima pellicola, in virtù probabilmente della presenza gradita di Caludio Bisio e della sua immancabile verve comica.

Infatti, volendo salvare qualcosa, si riesce a non bocciare gli attori.

Oltre al già citato Bisio, Miniero si avvale della sempreverde Angela Finocchiaro (qui in veste di suora) e del buon Alessandro Gassmann (non sfruttato al meglio, in questa circostanza). La chimica tra i tre protagonisti non sboccia mai come dovrebbe, ma la loro stessa presenza riesce, in qualche modo, a mascherare almeno in parte le grosse falle del film.

Le tematiche – quella della natalità in declino, oltre alla mancanza di religione sbandierata nel titolo della pellicola – sono serie e meriterebbero di essere trattate con una delicatezza ed un taglio ben differenti da quelli di Non c'è più religione.

Il film merita di essere visto unicamente, se vorrete, per i paesaggi che una fotografia luminosa (almeno quella, piuttosto riuscita) regala.

Non c'è piu religione. Ma il cinema c'è ancora?

Per fortuna il tempo delle commedie di bassa qualità è finito, e quindi Non c'è più religione rappresenta un'eccezione, in un momento generalmente positivo per la commedia italiana che ha saputo, in questi ultimi anni, rialzarsi da un paio di decenni di declino costante.

A Non c'è più religione, di cuore, chapeau.

 

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