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Per un pugno di dollari

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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carlos brigante

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La recensione su Per un pugno di dollari

di carlos brigante
8 stelle

E' un film su cui si è già detto e letto tutto. Che Leone abbia ripreso "La sfida del samurai" di Kurosawa in chiave western, lo sanno anche i muri; che Eastwood e la sua maschera da duro siano diventate un'icona del genere (non solo made in Italy) è un altro fatto assodato; che Leone si sia "servito" di questo film per racimolare denaro per i suoi capolavori futuri, è più che una possibilità. Fatto sta che lo spaghetti-western prende vita e che "Per un pugno di dollari" diventa un cult del genere, potente e apprezzabile rivisto oggigiorno, seppur con qualche difetto. Qualche dialogo e qualche sequenza appaiono un pò sopra le righe; un paio di personaggi di contorno assumono caratteristiche un pò troppo macchiettistiche (anche volutamente forse); il personaggio di Eastwood in certi istanti pare una specie di Rambo o un 007 a cui riesce tutto e "rinasce" sempre, quasi come un personaggio proveniente dal fumetto. Quanto detto però non può scalfire la precisione registica di Leone. La costruzione geometrica dell'inquadratura; l'alternanza di campi strettissimi (e di dettagli) con campi lunghi unito al "gioco" perfetto del montaggio, conferiscono un ritmo da cui è difficile divincolarsi. Bisogna, però, dare atto anche di un altra intuizione che il regista italiano comprende. Egli conosce l'importanza della musica unita al potere delle immagini; ed infatti crea una sorta di unicum ritmico sfruttando (e fondendo) entrambi questi "mezzi".
il "vecchio e classico west" made in U.S.A è spazzato via. Non c'è più il mito della frontiera; non vi sono indiani (cattivi) da combattere; non c'è spazio per facili sentimentalismi; la dimensione epica non trova spazio. Violenza e cinismo spadroneggiano, anche se l'essere uno spietato assassino (Eastwood) non significa per forza non avere un cuore......
Un ultima osservazione la merita la stessa caratterizzazione del cow boy. Non ha il viso pulito e gli abiti ben curati di quello hollywoodiano; semmai è avvolto nel proprio poncho sgualcito con un ghigno perenne stampato sul viso ricoperto da barba incolta. Un mozzicone di sigaro penzolante non può mancare.....
Massimo rispetto!

Sulla colonna sonora

Importante e fondamentale. Morricone è una garanzia......e non lo scopro di certo io. Ritmo, ritmo e ancora ritmo....senza mai risultare invadente.

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