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Moby Dick. La balena bianca

Regia di John Huston vedi scheda film

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La recensione su Moby Dick. La balena bianca

di ziogiafo
8 stelle

ziogiafo - Moby Dick, la balena bianca - USA 1956 - Straordinaria trasposizione cinematografica di uno dei più grandi romanzi della narrativa mondiale, scritto da Herman Melville nel 1851. Questo capolavoro della letteratura statunitense, viene riportato sul grande schermo da uno dei più illuminati registi di tutti i tempi:John Huston.
Un viaggio allucinante attraverso tutti gli oceani della baleniera Pequod e del suo equipaggio, impegnato in una forsennata caccia alla terrificante balena bianca. La storia viene raccontata attraverso le riflessioni di Ismaele, giovane marinaio che si imbarca dall'isola di Nantucket sulla maestosa baleniera (Il Pequod), per provare nuove avventure… “Intorno al mondo! Intorno al mondo!” Il capitano Achab è il comandante del Pequod, è un uomo dal carattere scostante, è una figura austera che desta timore, è un vecchio cacciatore di balene, ed è perseguitato da un’ossessione: vendicarsi di Moby Dick. Dopo pochi giorni dalla partenza, raduna gli uomini sul ponte della nave e li coinvolge in un giuramento di vendetta, dopo aver descritto quasi in preda ad un delirio, tutti i dettagli di quel mostro assassino che è la balena bianca, promette infine, una moneta d'oro a chi avvisterà per primo il cetaceo. L’odio nei confronti di Moby Dick è immenso e nasce dallo scontro che il capitano Achab ebbe molti anni prima con la mostruosa balena dalla “fronte rugosa e dalla mandibola storta”, che gli divorò una gamba, lasciandogli non solo enormi ferite nel corpo e nell’anima, ma un permanente rancore che quasi lo portò alla pazzia. Sulle meravigliose scene di caccia alle balene si soffermano le profonde riflessioni religiose e filosofiche di Ismaele, che come tutti gli altri marinai vive in preda all'inquietudine di Achab, il quale spesso si aggira nel silenzio della notte sul ponte della nave, agitandosi nel suo tormento, facendo rimbombare il rumore della protesi della sua gamba monca che batte con ritmo frenetico sul pavimento di legno, e i suoi passi si sentono fino alla stiva, dove i marinai cercano di riposare, assorti nei loro allucinanti pensieri. Sfidando il caldo tropicale e violenti tempeste, dopo varie peripezie Achab riesce finalmente a trovare la balena, intraprendendo una lotta epica con quel mostro che gli ha distrutto la vita. Tutto l’equipaggio del Pequod accecato dall’odio lo segue in questa lotta assassina senza scampo. Storia piena di significati allegorici, come la lotta contro il male nel mondo, visto anche come un eccesso di violenza commesso da parte di tutti gli uomini del Pequod, che quasi come se posseduti dal demonio, hanno abbandonato la retta via per adorare il Dio Achab. Un film eccezionale anche per la sua veste grafica, considerando l’epoca della sua uscita, ma soprattutto per l’alta scuola di recitazione dei suoi protagonisti, un arcigno Gregory Peck, fantastico nel ruolo del comandante del Pequod, una regia superlativa per le sequenze in mare aperto e non solo, degna del grande maestro John Huston. Ottima l’interpretazione di Leo Genn,nei panni di Starbuck (il comandante in seconda), memorabile cameo di Orson Welles e infine un elogio particolare al doppiaggio, a dir poco impeccabile, grazie alle grandi voci degli insuperabili doppiatori degli anni 50-60. Quando l’arte non teme confronti… Uno stile intramontabile. Cordialmente, ziogiafo

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