Regia di René Clair vedi scheda film
Un regista del cinema muto sta terminando di girare un film di ambientazione esotica e si ritrova ad affrontare le complicazioni sentimentali relative a una ragazza di cui sono innamorati lui e il suo giovane assistente. All’ultimo momento deciderà di cambiare il finale: il sultano non compie più un delitto d’onore, ma si inchina alle ragioni dell’amore. Clair torna a lavorare in Francia dopo la guerra e realizza un film di sublime leggerezza e dal retrogusto sottilmente malinconico, perfettamente assecondato da un Maurice Chevalier il cui frenetico attivismo (lavorativo e sessuale) serve solo a rimandare, non a cancellare, la consapevolezza del tempo che passa. Può colpire (e magari anche disturbare) la quasi totale impermeabilità del regista alla storia; ma l’atemporalità delle sue vicende o il rifugiarsi in una belle époque da operetta (qui come poi in Grandi manovre), pur all’interno di prodotti di pura evasione, non escludono mai la presenza di contenuti di maggior peso.
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