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Prossima fermata: Paradiso

Regia di Albert Brooks vedi scheda film

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La recensione su Prossima fermata: Paradiso

di kerouac
6 stelle

Brooks è un personaggio da trattare con un comandamento: rivalutarlo. Regista e attore insolito, si è sempre mosso alle spalle dei grandi nomi, con piccoli film, tendenzialmente commedie, molto amabili e semplici. Caratteristiche: tanto ego alla berlina ma le idee non mancano, così come un ottimismo di fondo che filosoficamente lo rende l’erede di Frank Capra. Non ha effettivamente doti ammirevoli , soprattutto in cabina di recitazione, ma le idee acute ci sono, anche se sfruttate con la consapevolezza di un uomo di Hollywood che vede nel cinema lo strumento per rilanciare i suoi valori, lasciando traccia come persona non come artista.
PROSSIMA FERMATA PARADISO è forse il suo film più ambizioso, almeno per l’originalità del soggetto.
C’è molto Capra nel suo cinema, ma un pizzico di Woody Allen non guasta, anche se le conclusioni e lo spirito dei suoi film viaggiano su binari opposti. In comune con Woody c’è soprattutto il tono (ma senza le battute e la profondità critica del newyorkese doc), l’autoanalisi e il prendersi in giro.
In questo film Brooks aggiunge una dose di sarcasmo verso il pianeta uomo che probabilmente è la carta più sorprendente del film, insieme alle curiose scelte di concetto, in primis i curiosi snodi della vita “angelica” e la possibilità di ripercorrere i momenti cruciali (o meno) della propria vita con un proiettore, come se il cinema, nel stabilire che luogo assegnare all’anima, si sostituisse a Minosse (che fa lo stesso nell’Inferno, secondo Dante …).
Non stiamo però guardando IL CIELO SOPRA BERLINO: è un film dal respiro corto, senza pretese e per questo adatto a chiunque. Premessa: PROSSIMA FERMATA PARADISO è un film piacevole, e su questo non ci sono dubbi, una chicca per i sentimentali; ma cosa resta obiettivamente di questo film? Poco, perché l’ossatura che si poteva costruire attorno ad una trama così straordinariamente complessa svanisce presto. Brooks non è interessato alle implicazioni riflessive, a fare una DIVINA COMMEDIA cinematografica, o un nuovo SETTIMO SIGILLO; conta conservare l’anima narrativa, non pensare ad un punto di vista critico ma restaurare la commedia americana del periodo classico, in sintesi tenere a mente tre concetti: riscatto, amore, divertimento. Lo fa con simpatia e autoironia, ma l’assenza di stile e della capacità di valorizzare ogni frangente del film pesano molto, così i modelli di partenza restano lontani.
Chi ama un cinema di impegno e di contenuti storcerà il naso, gli strutturalisti storceranno anche qualcos’altro, chi adora lasciarsi ai film come veicolo di storie positive lo apprezzerà come forse meriterebbe: piccole strane storie di un cinema che riflette il suo autore e il suo sincero amore per la vita.
Gli attori sono azzeccati (Brooks mai così bravo, Streep è adorabile, Torn lascia il segno) e danno il meglio.

Cosa cambierei

Finale. E che ultimamente se penso a un finale perfetto per una commedia ho in mente solo MANHATTAN e IO E ANNIE. Ma non tutti sono come il sacrosanto Woody. Per la cronaca è un sufficiente che sfiora il buono. Ossequi.

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