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Lo spaventapasseri

Regia di Jerry Schatzberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo spaventapasseri

di rocky85
8 stelle

Un cielo grigio e nuvoloso preannuncia un temporale in arrivo, tenuto ancora a bada da un vento che sposta violentemente le sterpaglie. Su una strada arida e silenziosa, in attesa di un passaggio, si incontrano casualmente due vagabondi. Max (Gene Hackman), scontroso e irascibile, è appena uscito dal carcere dopo una condanna di 6 anni; è diretto a Pittsburgh dove deve ritirare i suoi risparmi in banca e dove sogna di aprire un autolavaggio. Francis detto Lion (Al Pacino), un pò matto ma di animo mite e pacifico, è di ritorno dopo essere stato imbarcato e deve recarsi a Detroit per vedere il figlio che non ha mai conosciuto. Due tipi diversissimi, eppure forse proprio per questo finiscono col fare amicizia, e decidono di fare il viaggio insieme, con l'intento di mettersi in società una volta arrivati a Pittsburgh.

Terzo film di Jerry Schatzberg, e probabilmente il suo migliore insieme al precedente Panico a Needle Park, Lo spaventapasseri è uno dei film più rappresentativi del cinema americano degli anni Settanta. Vi si ritrova tutto il senso di spaesamento di una generazione che si sente smarrita e isolata, di individui alla ricerca di uno scopo per il quale sopravvivere. I temi sono quelli soliti della New Hollywood, ma Schatzberg riesce, con una regia sopraffina, a rendersi originale unendo la rabbia dei suoi protagonisti con una dolcezza ed una tenerezza insoliti e rari. Questi due personaggi, così diversi tra di loro eppure due facce della stessa medaglia, sono due emarginati, due persone che la società ha messo volutamente da parte. E non possono fare a meno di solidarizzare tra di loro, aiutarsi e volersi bene. Pur tra qualche alto e basso e qualche caduta di tono, è un film che si lascia guardare e colpisce nel segno, alternando umorismo e commozione. La fotografia mozzafiato di Vilmos Zsigmond avvolge con calore le vicende di questi due losers, contribuendo a ricreare un effetto straniante. Strepitosi i due interpreti, in uno dei connubi più incredibili che il cinema americano degli anni Settanta ricordi: da una parte un Gene Hackman già affermato, rabbioso e istintivo, in uno dei suoi ruoli migliori di sempre; dall’altra un giovane e già bravissimo Al Pacino, che proprio con Schatzberg aveva esordito da protagonista due anni prima nel notevole Panico a Needle Park e che delinea un personaggio fragile e dolente.

Probabilmente Lo spaventapasseri è uno dei più sinceri film sull’amicizia mai realizzati a Hollywood. Un inno alla fratellanza ed alla tolleranza, che emerge dalle parole proprio di Lion: "Con la gente non c’è mica bisogno di fare a botte. Basta farla ridere. Ehi Max, la sai la storia dello spaventapasseri? Li spaventa i passeri secondo te? No, ti assicuro che non gli fa paura. Ridono, ridono soltanto. I passeri ridono. Lo spaventapasseri ha un cappello strano, la faccia buffa. Gli uccelli, quando passano, lo vedono, lo trovano buffo e sghignazzano, tanto da farsela sotto. E poi dicono: quel contadino che ha messo quell’affare lassù è sicuramente un bravo ragazzo. Ci ha fatto ridere, e non dobbiamo disturbarlo più." E' lui lo spaventapasseri del titolo, e forse riuscirà a convincere anche l'amico Max, per un attimo soltanto, a far ridere "quei fottuti passeri".

 

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