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Su Von Trier,sul vontrierismo, sull'haterismo e su Nymphomaniac (ma prima di Nymphomaniac). E anche sui titoli di post troppo lunghi
di ohdaesoo
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ohdaesoo

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(lo scrissi prima della visione del film ovviamente)

 

Mercoledì andrò a vedere Nymphomaniac.
I motivi per cui non l'ho voluto vedere finora sono svariati, anche personali, ma ce ne sono almeno due molto più banali.
Aspettavo che un cinema me lo proiettasse tutto intero.
E lo farà.
E, seconda cosa, avrei voluto vederlo e recensirlo fuori dallo tsunami che l'ha travolto, a bocce ferme, sui detriti che quello tsunami ha lasciato.
E siccome mi è venuta paura che la recensione sarebbe stata lunghissima e avrebbe parlato troppo poco del film è meglio che dica due cose ora, a parte e prima della visione, così da concentrarmi sul film quando (e se) parlerò del film.

(poi ne ho parlato, vabbeh)
Von Trier è il regista vivente più odiato al mondo. E questo è pacifico.
Ora, cercando di lasciar perdere il fatto che se non è il mio regista preferito poco ci manca, volevo dire due cose.
La prima è una considerazione sulle arti in generale.
Quello che mi fa specie è che in quasi tutte le arti (pittura, musica, letteratura, poesia etc...) le opere più disperate e che più manifestano il disagio dell'autore sono considerati capolavori. Ora fare un elenco di 100 titoli non ha senso ma credo sia pacifico che i più grandi scrittori, pittori, musicisti e poeti nella stragrande maggioranza dei casi sono stati persone con grandissimi problemi, di salute, di testa  o di vita che siano. E' difficile tirar fuori qualcosa di meraviglioso dall'animo felice, quasi impossibile. E non s'è mai capito perchè.
Per Von Trier questa cosa non va bene. Se i suoi film sono disperati, senza speranza, pessimisti, distruttivi sono considerati alla stregua delle canzoni porta sfiga di Masini. Lui no, lui non può trasferire il suo mal di vivere, la sua visione del mondo, la sua malattia nelle sue opere. Può farlo uno scrittore, un poeta, un pittore ma lui no, se lo fa lui è uno sfigato. I prologhi di Antichrist e Melancholia in letteratura sarebbero stati pagine indimenticabili, con Trier sono la spacconata d'autore di un coglione. Le tematiche che tutti i film di Trier affrontano in letteratura sarebbero state pagine indimenticabili, con Trier sono le perversioni e le pippe mentali di un coglione.
Il fatto è che probabilmente chi ce l'ha con Trier ha paura dei suoi film.
Ma nessuno dice che i suoi film dobbiamo farceli nostri, nessuno dice che la misantropia di Melancholia dobbiamo condividerla, nessuno deve avallare per forza la sua morbosità, a volte la sua misoginia, il suo pessimismo.
E' suo, mica dev'essere nostro.
E lui lo trasferisce in modo straordinario, prorompente, nelle sue opere.
E allora?
Capisco l'odiare i suoi messaggi, capisco l'odiare i suoi film, capisco tutto.
Ma sono i suoi film, non i nostri.
Noi dovremmo limitarci ad analizzarli in quanto tali, essere una specie di psicologi che analizzano l'opera derivante dalla malattia di un artista.
Ma come si fa a definire merda Melancholia? o Antichrist? chiunque ama il cinema e distrugge queste opere è in malafede, per forza. Nel senso che per partito preso non ha voglia di analizzare un'opera filmica. Puoi odiarle, non capirle, vederle come tronfie rappresentazioni della testa malata di Trier, Dio mio, puoi tutto, ma trattarle alla stregua di un Alex l'ariete è la morte del cinema e dell'analisi dello stesso.
Ma poi, mai come con Trier ho letto offese personali così grette, gratuite, volgari.
Forse dà fastidio più che la sua opera il suo egocentrismo, l'esaltazione che Trier fa di sè stesso.
Ma, vivaddio, certo non la nasconde almeno.
Sapete quanti registi si credono stocazzo e mettono il visino dell'umiltà fuori?
Trier è uno spaccone, è un malato, è una testa di cazzo.
Ma fa film che liquidare in quella maniera è francamente inaccettabile.
Qualcuno lo trova anche autoreferenziale.
Ma ci sono due modi per essere autoreferenziali.
Uno è parlare attraverso un'opera delle proprie opere.
Uno è parlare attraverso un'opera di sè stesso.
Ma quanto è bella la seconda? non dovrebbe essere così tutto il cinema o almeno il grande cinema?
Ma gli autori allora a cosa servono se non a mettere sè stessi in quello che scrivono?
Io non ho mai odiato nessuno.
Non concepisco l'odio.
Sono una persona difficile, intollerante anche, molto, una persona che a volte cerca di vedere il peggio negli altri per sentirsi meglio forse. Ma in ogni caso quando analizzo comportamenti, o film, cerco sempre di vederli in una luce oggettiva. Perchè Melancholia può girarlo Panariello o Von trier. Ma se è lo stesso film è lo stesso film.
Perchè un cazzotto identico può dartelo il tuo migliore amico o il tuo peggior nemico.
Ma rimane lo stesso cazzotto, la stessa traiettoria, lo stesso punto dove ti colpisce, lo stesso dolore fisico.
Sarebbe bello analizzare quel cazzotto anche in base a chi te l'ha dato, sarebbe importante.
Ma almeno, se non si riesce a farlo in maniera lucida, limitiamoci ad analizzare solo il cazzotto.

Von Trier non deve piacere. I suoi film non devono piacere. I suoi messaggi non devono piacere. E non piacciono nemmeno a me.
Deve solo essere rispettato. Attaccato, osteggiato, malvisto, anche deriso volendo, ma rispettato.
Come tutti.
O almeno, se gli si deve mandare un sonoro vaffanculo, uno schiaffo o un colpo di pistola prima sarebbe meglio capire che il danese non è altro che una persona che fa fatica a vivere, che va capita, che ci racconta in un modo meraviglioso e che esalta il cinema come pochi registi contemporanei quanto questo mondo non riesca proprio a piacergli.
Quindi vaffanculo anche da parte mia Trier, ti voglio bene.

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