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Cannes 2013: Only God Forgives - Intervista a Nicolas Winding Refn
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Che Solo Dio perdona di Refn sia uno dei maggiori candidati a vincere la Palma d'Oro al prossimo festival di Cannes è cosa risaputa da tempo, da quando il primo trailer ha fatto la sua comparsa in rete. Le tre clip (diffuse da noi di FilmTv.it) viste poi la scorsa settimana hanno confermato come Refn sia uno dei migliori registi dell'ultimo ventennio.

Dopo il successo di Drive di due anni fa, era lecito aspettarsi che Hollywood con il suo canto da sirena accalappiasse il regista. Sorprendendo tutti, Refn si è dedicato a Solo Dio perdona, un film a budget ridotto girato in Thailandia con Ryan Gosling ancora una volta protagonista. Di seguito, una breve intervista a Refn chiarisce le idee sulla genesi del progetto e sulla scelta degli attori. A corredo finale, poi, un dietro le quinte video davvero gustoso.


Per chi ancora non la conoscesse, ecco la trama: "Bangkok. Dopo che dieci anni prima era fuggito all'arresto per l'omicidio di un poliziotto, Julian (Ryan Gosling) gestisce un club di thai boxe, utile come copertura di un traffico illecito di sostanze stupefacenti. Rispettato da tutto il sottobosco della criminalità, Julian è nel profondo un uomo solo. Quando suo fratello uccide una prostituta, la polizia richiama in azione l'agente Chang, ormai in pensione e conosciuto come l'Angelo della Vendetta per i suoi metodi brutali. Chang permette al padre della prostituta di farsi giustizia con le sue stesse mani ma accende l'ira di Crystal (Kristin Scott Thomas), madre di Julian e capo di una pericolosa organizzazione criminale, che torna a Bangkok per spingere Julian a vendicare la morte del fratello, scatenando l'inferno".

 

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Dopo il grande successo di Drive, perché ha deciso di realizzare un film a medio budget in Thailandia?
Di medio budget è un eufemismo: Solo Dio perdona è più una pellicola a basso budget. Tutto ha origine nel contratto per due film che ho firmato con Wild Bunch e Gaumont e Solo Dio perdona era in un primo momento il primo progetto da realizzare. Poi è arrivato Drive e ho deciso di rimandarlo a dopo. L'idea era così saldamente radicata in me che ho dovuto farlo: anche durante le riprese di Drive, non facevo altro che pensare a Solo Dio perdona e prepararlo.




Dopo aver rivisitato il crime americano, si ha la sensazione che con Solo Dio perdona lei abbia intezione di rivisitare il filone cinematografico delle arti marziali. Può essere il suo definito come un amore totale nei confronti dei film di genere?
Ho sempre amato le pellicole di arti marziali ma ero convinto che fosse estremamente difficile girarne una. Per Solo Dio perdona, gli attori dovevano imparare l'arte del Muay Thai e a combattere per davvero. Ci vuole una vita intera per diventare esperti di Muay Thai e loro dovevano invece imparare a lottare in sole 8 settimane: ciò di per sé rappresentava già una grossa sfida da vincere.




Lei ha ricevuto molte offerte dai grandi studios. Perché le ha rifiutate?
Mi sono state fatte alcune proposte economicamente molto interessanti, su cui ho anche riflettuto seriamente, ma Solo Dio perdona mi ha perseguitato per così tanto tempo che ho dovuto lavorarci prima di prendere in considerazione altri progetti da portare a termine.




Il suo film comincia come un gangster movie e poi si trasforma gradualmente in una strana opera di vendetta. Può dirci da dove proviene l'idea della storia che ricorda molto della tragedia greca?
Da sempre desideravo fare un film sul rapporto madre/figlio e sui conflitti che esso genera. Era già sulla carta che iniziasse in un modo e gradualmente si trasformasse in tutt'altro man mano che ci si avvicina al momento della resa dei conti tra Julian e Crystal.

 




Solo Dio perdona le ha fornito l'occasione di lavorare per la seconda volta con Ryan Gosling. Può descriverci questa nuova collaborazione e il personaggio da egli interpretato?
Il ruolo di Julian sarebbe dovuto andare ad un altro attore, ritiratosi poco prima dell'inizio delle riprese. Quella che a molti può apparire come una catastrofe per me ha rappresentato invece quasi una benedizione: mi ha permesso di lavorare ancora una volta con Ryan e continuare la nostra collaborazione. Curiosamente, avevo scritto la sceneggiatura di Solo Dio perdona prima di lavorare a Drive e Julian era stato concepito come un personaggio molto silenzioso. Quando con Ryan abbiamo cominciato a lavorare al film, dopo aver fatto Drive insieme, il linguaggio del silenzio è emerso quasi in maniera spontanea: Julian è un uomo estremamente tormentato e, come tale, non si apre mai agli altri ma rimane chiuso in se stesso e nei suoi silenzi. Con il senno di poi, posso dire di non riuscire a immaginare Julian interpretato da un attore che non sia Ryan: ancora una volta, io e lui siamo diventati una sola persona.




Per la parte dello strano poliziotto vendicatore ha reclutato invece Vithaya Pansringarm. Può raccontarci come è nata questa scelta?
Fare i casting in Thailandia è estremamente complicato. Gli attori non hanno in realtà alcuna formazione e recitano solo perché hanno deciso di fare quel lavoro mentre ne svolgono già un altro. Ritengo una fortuna che durante i provini aperti a chiunque si sia miracolosamente presentato quasi subito Vithaya. L'ho conosciuto un anno prima delle riprese e sapevo che era l'uomo giusto. Non so dire perché: le sue prove non sono state notevoli ma c'era qualcosa in lui, nella sua gentilezza e nella sua calma, che lo rendeva imprevedibile e ho trovato questo aspetto molto interessante.
In tutti i miei film, gli attori giocano sempre un ruolo importante nella creazione dei personaggi: questi fanno parte del loro dna e Vithaya ha rapidamente capito che il suo Chang avrebbe dovuto essere al contempo giudice, giuria e boia, ovvero un uomo con la capacità di decidere cosa è bene o cosa è male. Egli è stato in grado di portare al personaggio ciò che stavo cercando, la capacità di esercitare e di controllare una sorta di giustizia karmica: per ogni azione cattiva o brutta commessa, qualcosa di cattivo si ritorcerà contro il colpevole ed è Chang che decide se perseguitarlo o perdonarlo.




In Solo Dio perdona vediamo una Kristin Scott Thomas completamente trasformata ed estremamente machiavellica. Come ha costruito il suo personaggio di Crystal?
Siamo talmente abituati a ritenere che crimine e violenza siano peculiarità dei personaggi maschili che la sola idea di vedere incarnare il male assoluto da una donna, per di più madre, mi ha divertito parecchio in fase di scrittura. Per la parte della madre di Julian ho sempre avuto in mente Kristin, l'ho incontrata a Parigi e ho da subito pensato che sarebbe stato interessante fare del suo personaggio uno strano mix tra Lady Macbeth e Donatella Versace... E naturalmente Kristin era felice di interpretare un ruolo da donna cazzuta e stronza, madre autoritaria e diabolica.



Da cosa è stato influenzato mentre scriveva Solo Dio perdona?
Ci sono state diverse cose ma l'influenza principale è venuta dal lavoro di Richard Kern e dalla sua ossessione per le immagini violente (soprattutto, nel cortometraggio del 1990 The Evil Cameraman, qui visibile). E poi c'era il mio desiderio ossessivo di usare la mitologia greca con Bangkok sullo sfondo...




In che relazione pone Solo Dio perdona con gli altri suoi film?

Tutto ciò che faccio nasce dalla necessità costante di sfidare me stesso. Ci sono di certo molti collegamenti con altri miei film e personaggi [vedere qui per maggiori approfondimenti] ma da tempo ho smesso di cercare significati nascosti. Ogni cosa che realizzo è frutto del mio istinto e risponde a una sola domanda: cosa voglio vedere quando vado al cinema?

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