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Quel West un pò porno - Il giudice Colt
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Neve Che Vola

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Dio creò gli uomini diversi, la Colt li rese uguali.

 

 

Salve, è il maestro che vi parla.

Vi ho radunato qui oggi per fornire informazioni su questioni di importanza capitale, che troverete certo estremamente utili.

 

Con il passare degli anni furono costruiti molti modelli di pistola, o meglio revolver (il revolver, come indica il termine, si riferisce al tamburo girevole, assente nelle pistole). Per esempio, il seguente modello è del 1851-52, si tratta di una Colt Dragoon 2nd Mod.

Come si nota, è piuttosto sgraziato, anche se, lo ammetto, da bambino ne avrei voluto uno simile dopo averne viste le riproduzioni disegnate nell'introduzione del Tex (il mio libro di testo) n.113 Tra due bandiere (o era il n.114 Quando tuona il cannone) che vedeva il mitico ranger combattere durante la guerra di Secessione (1861-65).

 

Ne rimasi letteralmente affascinato, per cui girai negozi di giocattoli e tabaccai, con una richiesta che, come al solito, nessuno capiva. Purtroppo da bambino ero un perfezionista esagerato, e non ammettevo imitazioni un po' così. Non le ammettevo, forse perchè io stesso sono un tipo un po' così, che non si sa mai. Ero quindi perseguitato da questa maledizione, nessuno, a quel che pareva, capiva cosa chiedessi.

"Una pistola da cowboy", tutto lì.

Qui siamo già al modello Single Action Army [SAA] del 1873, l'unico che mi interessi da moltissimo tempo a questa parte.

La bellissima replica della Uberti, "Cattleman", finitura Charcoal Blue, canna 5 ½.

 

E me ne presentavano di tutti i tipi: "troppo bombata", "canna troppo corta", "canna troppo lunga", "ridicola", e via dicendo. 

Eccone una che sembra fatta apposta per mandarmi in bestia.

Questa, per esempio, è simile alla pistola giusta, ma purtroppo è storpiata dalle guancette e da quel mento da pellicano.

E il tamburo? Non gli assomigliava davvero, le scanalature erano troppo piccole e frequenti, inoltre i vani di alloggiamento delle pallottole erano sostituiti dai fulminanti, coi quali accoppai ben più di un vicino, poveri diavoli. Ma all'epoca non sapevo cosa volesse dire "perdonare", e mettevo riparo agli sgarri ricorrendo al ferrovecchio. Ci ricorrevo anche se sgarri non ne avevo ricevuto, perchè avevo il dito rattrappito sul grilletto, e ci avevo gusto a vederli crepare, quei cretini (non nascondo, per onestà, di essermi ammutolito talvolta, nonostante avessi la sputafuoco in mano, se per esempio la mia vecchia nonna avesse perso la pazienza). All'epoca, ero convinto che da grande avrei fatto il cowboy, perchè nella mia fantasia di bambino il western era eterno e sotto i cieli dell'Ovest americano c'erano le facce giuste. Mi scelsi anche il ruolo, il buono, lasciando da parte il brutto e il cattivo, nonostante assomigliassi di più agli ultimi due. Soprattutto, son sempre stato cattivo, e il dito rattrappito lo testimonia.

Crescendo, la maestra tentò di insegnarmi la via del perdono - alle elementari frequentavo un istituto di suore -  e dopo che mi ebbe insegnato a leggere, cercai con buona volontà sul mio vocabolario dei termini rari questa parola astrusa.

La trovai, leggemmo insieme la spiegazione:  - Vedi: "Vendetta".

 

Se canna e tamburo non andavano bene (mi dava anche fastidio il tappo rosso in cima alla canna), il calcio del revolver non creava meno problemi. Ma gli costava tanto di fare un revolver (preferisco chiamarla pistola, perchè, come spiegherò in seguito, nonostante il possibile simbolismo fallico, è bella come una donna e fedele come un cane) con le guancette dell'impugnatura color legno, come quello di Gary Cooper in Vera Cruz (1954)? Lo trovai, quel benedetto manico, ma non tutto corrispondeva nell'arma, purtroppo giocattolo, che impugnavo felice. Per esempio, bastava schiacciare il grilletto per sparare.

Oh, rabbia! Ecco un altro problema! 

Poi ci fu quel negoziante che credette di aver capito tutto, lui e il suo manico di madreperla... Sembrò davvero aver capito quello che chiedevo (sembrò a mia zia che era con me, quanto a me continuai a dubitare), ordinò la pistola per me e quando arrivò, rimasi non poco deluso vedendolo tirar fuori da una scatola un mostrillo sproporzionato adatto ad essere tenuto sotto il panciotto di un baro.

    Era raro, inoltre, come ho già anticipato, che il revolver mi facesse godere con la single action, ovverosia (il nome potrebbe trarre in inganno), con il bisogno di armare il cane col dito prima di sparare tirando il grilletto. 

Vi invito a rifletterci su: puntare la pistola è una bella cosa, ma armare anche il cane è ancora più bello. Toglie tutti i dubbi sulle intenzioni. E che godimento veder ruotare il tamburo, in attesa di sentirgli cantare la marcia funebre!

Preludio/Overture - Musica.

Trovai anche questa, ma aveva il calcio di madreperla con inciso sopra un bandido, aveva le solite differenze del tamburo e poi, dovuto al lungo esercizio, la single action smise di funzionare a dovere. Il dito si era ormai rattrappito anche sul cane. Il tiro alle ali delle farfalle, sempre lì a posarsi sui fiori, doveva essergli stato fatale.

 

C'è gran differenza ad essere sbattuti in carcere da Ellery Queen o da Poirot, piuttosto che dalla vecchiaccia Miss Marple o dalla sua socia in giallo, no? Da abbassare lo sguardo dalla vergogna.

Allo stesso modo (un paragone degno del miglior Dante), ho pensato spesso - sono davvero un pensatore profondo - che se proprio dovessi essere ucciso da qualcuno, questa avrebbe dovuto essere una cowgirl, vestita come da copione hollywoodiano.  

Noi che abbiamo il dito rattrappito sul grilletto - Guardalo, Vienna, guardalo! - e che ci struggiamo di sparare, ci pensiamo a certe cose. Anche il mio amico Joe il killer dal capolavoro Postman Blues (1997) ci aveva pensato, e aveva deciso che gli sarebbe piaciuto essere ucciso da una bionda che indossa un impermeabile. La vittima ha sempre diritto di pretendere che il suo assassino o la sua assassina siano perfettamente in ghingheri, visto che sono l'ultima cosa che vede.

 

Una specie di "ultimo desiderio", spunto per un buon western all'italiana di quelli ultra insulsi, e vedo già il titolo La chiamavano Ultimo Desiderio, perchè comunque non potevi fare a meno di desiderarla. Poi chiudevi gli occhi per sempre. Vedo già anche il lancio pubblicitario:           Scritturerei Fernando Sancho nel ruolo del bandito messicano al quale alla fine salda il conto - e vai un po' a chiedere Henry Fonda, o la figlia Jane di Cat Ballou (1965).

 

Ma - diciamolo pure senza ritegno - non sarei meno contento di avere nel ruolo del titolo Hélène Chanel, che interpretò Sentenza Jane nel buon Due Rrringos nel Texas con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, dove fu una divina cattiva, tutta vestita di nero e coi capelli biondi sulle spalle. Lo sguardo, poi, con quegli occhi azzurri, era da delirio.

Come si vede con chiarezza da quest'ultimo shot in cui Sentenza Jane "La cattiva" salda il conto a un bandido, la pistola è quella giusta, impugnatura in legno e corpo scuro.

 

Durante le visioni dei western con mio padre - tempi che non torneranno mai più, nemmeno Ultimo Desiderio mi farebbe altrettanto felice - seguivo scrupolosamente la sua raccomandazione di stare attento a non colpire i cavalli col fido winchester. E , posso dirlo con fierezza, solo raramente mi accadde di contravvenire alla sua indicazione. Finiti i colpi del winchester, era tempo che sputassero fuoco anche le colt che portavo ai fianchi nel cinturone. Per entrare meglio nella parte, mi annodavo anche il fazzoletto intorno al collo ed indossavo il cappello giusto. Talvolta portai anche la stella di latta appuntata sul petto, e anche qui furono problemi irrisolvibili, si vedeva che non era esattamente quella di uno sceriffo hollywoodiano. E non mi importava che, al pari di Babbo Natale che distribuisce mentini ai bimbi bravi, pure io, Babbo Mortale, distribuissi confetti e medicine al popolo sghimbescio. Perchè sapevo che stavo solo fantasticando, e che la gioia di veder stramazzare quella plebaglia al suolo non l'avrei mai assaporata per davvero.

 

Ma torniamo al revolver, che preferisco chiamare pistola. Ecco l'unico modello giusto, nelle sue due varianti ammesse: canna da 4 3/4

e canna da 5 ½.

Escludo categoricamente quella da 7 ½

 

in quanto orribilmente sfigurata dalla lunghezza eccessiva, a meno che non la impugni un soldato, con quelle sue sgraziate fondine a chiusura dalle quali non spunta il manico. Che spunti il manico è assolutamente indispensabile, nel caso di una cowgirl, per intonarsi all'abbigliamento. 

Felice eccezione, però, potrebbe essere costituita da Joanne Dru nella locandina di I cavalieri del Nord Ovest (She Wore a Yellow Ribbon, 1949), dove indossa la giacca blu.

 

La canna 4 3/4 di solito coincide con la lunghezza dell'espulsore dei proiettili, attaccato alla canna più piccola, ed era quella più diffusa, che sappia io, tra la gente comune. Nel modello 5 1/2, la canna è proporzionatamente appena più lunga, mentre il 7 1/2 coincide con le storture di natura, anche se ammetto che qui entrino in ballo i gusti. Sembra un fuciletto che abbia bisogno di essere sostenuto col braccio, il che fa perdere armonia di forme e di agilità nell'uso. Leva alla pistola la sua perfetta armonia, le sue proporzioni perfette. Non faccio caso alle armi in un film di guerra, ad esempio. Ma questa opera d'arte, bella come una donna e fedele come un cane, mi è sempre piaciuta, e forse ha un valore immensamente simbolico che per me non potrebbe avere nessun'altra arma, come per Glenn Ford. Pensiamo a quell'immenso western con il grande attore canadese, The Fastest Gun Alive (1957), con felice trovata reso in italiano La pistola sepolta

Amo l'intero film, ma in particolare mi è cara la scena del saloon in cui George  (Glenn Ford) perde il controllo e comincia a pappagallare il racconto del vecchio che ripete in continuazione la storia del duello, all'inizio del film, tra Vinnie Harold (Broderick Crawford) e Clint Fallon (Walter Coy).

 

Riporto i dialoghi magnifici, rimpiangendo l'assenza del tono di voce e le espressioni degli attori.

 

 

George - ...poi Fallon disse così e Harold disse cosà, e Fallon rispose così e Harold rispose cosà.

Louis [interrompendolo] - Si può sapere cos'hai, oggi?

Harvey - Quando si parla di armi, certa gente si sente male!

George - Non ci crederai, ma l'avrei giurato che stavi per dire una cosa del genere. Vedete, Harvey ha sempre disprezzato chi non porta la pistola. Non è così?

Harvey - Bè, se uno non gira armato, sono affari suoi.

- Già, tu però non lo consideri degno della tua stima.

Louis - Senti George, questo Harvey non l'ha mai detto.

- Non occorre che lo dica. Harvey, vorrei... vorrei chiederti una cosa. Hai mai sparato contro qualcuno? Harvey, hai sentito che ti ho detto? Ti chiedo se hai mai sparato contro qualcuno?

- Non ne ho avuta occasione.

- Difatti, se mai ti è capitato di sparare, il bersaglio era un coniglio o una volpe.

Louis - Tu fai torto ad Harvey.

- Oh no, non è vero. Non quanto lui ne fa a me. C'è qualcuno qui che ha idea come si maneggi una pistola? Ah, guarda come porti quella fondina, Harvey, arrampicata quassù, non è così che si mette. Dev'essere qui giù, legata alla gamba. La mano deve cadere sull'impugnatura della pistola naturalmente. Chiaro? Basta piegare leggermente il braccio e la pistola è già fuori. Così come la porti tu saresti morto prima di essere riuscito a impugnarla. E tu Charlie, che con la pistola sai fare tutte quelle belle giravolte? Certo, sei bravo davvero come un giocoliere, non c'è che dire. Ma ciò non significa che sai sparare. McGovern, senti, voglio dirti una cosa. Sparando non si mira alla gola di un uomo, si mira al petto, o alla pancia, ossia alle parti che offrono maggior bersaglio. E' semplice. Harvey, tu sei bravo al tiro a segno coi ferri di cavallo. Quante ore al giorno ti alleni?,sentiamo, quante ore ti alleni? Forse una. Vero, Harvey? Sai quante ore al giorno bisogna sparare  per essere un buon tiratore? Vuoi saperlo, Harvey? Sei ore al giorno, ogni giorno, per anni.

- A sentirti sembra che te ne intendi di pistole! 

- Infatti! [andando verso McGovern, il vecchio] Credi di aver visto chissà che, è vero McGovern, tu credi di aver visto chissà che! Va bene, allora vi dirò io una cosa che vi farà sgranare tanto d'occhi. Una cosa che non immaginate. Sapete chi sono io? Volete sapere chi sono io? Io sono il tiratore più veloce che esista al mondo! Più veloce di Billy il ragazzo, più veloce di Fallon e dell'uomo che l'ha ucciso. Non mi credete, vero? Tu poi meno di tutti, eh, Harvey? Va bene, prestami la pistola.

- Sei ubriaco.

- Charlie? Avanti Louis, dammi tu la tua. 

- No George.

 

George esce a si dirige verso il negozio che gestisce con la moglie Dora. Dora lo vede e capisce tutto: il marito le aveva giurato di essersi sbarazzato della pistola.

 

- Dicesti di averla gettata nello stagno di Miller, mi descrivesti perfino la scena!

[George prende la pistola che teneva nascosta]

- George, non farlo, non farlo di nuovo!

- Sono stufo che mi credano un droghiere!

- Ma che t'importa ciò che pensano?

- Devono sapere chi sono, Dora!

 

Punto culminante perfettamente costruito dell'intera sequenza, sottolineato dalla musica improvvisa sulle ultime parole di George.

 

George torna al bar e mostra la pistola.

 

- Vedi, Harvey? Anch'io ho una pistola. Guardatela. Guardatela tutti. 

 

 

Sono tanti i fattori da tenere in considerazione nella scelta della pistola giusta, ne ho già parlato ma dovrò ritornarci sopra diffusamente in post appositi per ogni singolo elemento. Chi pensava che seguire i miei corsi fosse come bere un bicchiere d'acqua fresca, è pregato di disilludersi. Il manico, dicevo, può essere bianco, nero, lucido o meno, zigrinato (ma già lo escludiamo, proprio non mi piace) color legno chiaro o scuro e via dicendo. Non solo nell'economia dell'intera figura della cowgirl come Dio comanda ci deve essere abbinamento, ma già nell'armonia della pistola (che ogni tanto mi risolverò a richiamare revolver). 

Riflettiamo sul manico: col legno chiaro o scuro, ne sa molto di bovaro. Arte povera, insomma. Viene indossata bene da Liz Barrett nel più che discreto Killer Kid (1968), ad esempio. E' povera, e combatte per la giusta causa. 

 

Mercedes (Liz Barrett) tiene sotto tiro il buon Anthony Steffen.

 

Un primo piano della Single Action in mano a Mercedes, con canna da 4 3/4 e manico in legno. Ora che ci faccio caso, però, quella nella foto di sopra è una 5 ½.

 

 

Si adatta anche alle ibridature (ci ritornerò forse in un altro post) come la splendida ex catwoman Julie Newmar nel ruolo dell'indiana Hesh-Ke in L'oro di Mackenna (Mackenna's Gold, 1969).

 

 

L'ibridatura consiste negli elementi da cowboy come cinturone e pistola, uniti al costume da nativa pellerossa (fascia in testa, camicia tipica, cintura tipica, pantaloni tipici, mocassini).

Col manico color legno stan bene, è mia convinzione, soprattutto il corpo della pistola molto scuro (che di solito è bicolore, tamburo e canna blu/neri e resto metallizzato scurissimo).

Fu con quella che Joe Burdette fece secco l'uomo che ne fermò la mano all'Inizio dell'irripetibile Un dollaro d'onore (1959), e fu sempre con quelle che Dean Martin si riscattò.

Può andar bene anche il corpo in "old west style", tutto arte povera, insomma 

 

Ci sono poi le pistole con le guancette bianche, che ricordano un materiale pregiato, e allora è bene che il resto sia di acciaio lucido. Sono più adatte ad una principessa che ad un bovaro che non se le può permettere. Magari il capomandria... E' una di queste, comunque, che usa la semi stracciona Sharon Stone in Pronti a morire (The Quick and the Dead, 1995) (qui sotto in 5 ½, mentre la sua era un 4 3/4).

 

Si arriva infine, quasi anticipando le esagerazioni degli spaghetti western, alle colt d'oro che porta con grande eleganza Henry Fonda in Ultima notte a Warlock (Warlock, 1959), non a caso ribattezzato dai francesi L'homme aux colts d'or.

Di striscio, vorrei ricordare che la bocca della canna (5 ½) della colt di Nicoletta Machiavelli in Giarrettiera Colt è a forma di cuore, e sempre un cuore sta inciso sul manico, per ricordare ai banditi che li uccide sì ma con amore.

Ad essere veramente pedanti, si potrebbe notare che il diametro dei vani per i proiettili sembrerebbe leggermente più piccolo del calibro 45, ma non ne sono sicuro.

 

Il modo di riporle è anch'esso fondamentale in base alla classe sociale e al ruolo, ma occorre un altro post. Qui vorrei velocemente ricordare il Joe Erin di un immenso Burt Lancaster in Vera Cruz, col suo modo artistico di fargli far le giravolte (adottato anche, ma solo nella fase finale del gesto, dalla Machiavelli), opposto a quello semplice del Ben Trane di Gary Cooper.

 

Peggy Stewart viene istruita da Sunset Carson in una foto dietro le quinte di Alias Billy the Kid (1945).

 

A questo punto del corso dovreste oramai essere in grado di dirmi quale modello di canna sia quella della foto.

 

I luoghi comuni del western...

 

Quando un uomo con la pistola incontra quello con un fucile, quello con la pistola è un uomo morto.

Sì, ma se avesse due pistole e lo cogliesse di sorpresa?

Quando un uomo disarmato incontra un uomo con la pistola, quello disarmato è un uomo morto.

Certo, ma se quello disarmato avesse poteri telepatici?

 

 

 

Lisa Davis canta A Gun Is My True Love, con la sua splendida 4 3/4, da I fuorilegge del Colorado (The Dalton Girls, 1957)

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