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venga a prendere il caffé...da Alberto Lattuada
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venga a prendere il caffé...da Alberto Lattuada

Questa sera La7 trasmette in prima serata “Venga a prendere il caffè…da noi”. Sono anni che non si vede su una tv in chiaro. E’ il primo e unico incontro tra due miti della nostra migliore commedia all’italiana: Ugo Tognazzi e Alberto Lattuada. Tratto da “La spartizione” di Piero Chiara e sceneggiato anche da Tullio Kezich è una commedia spesso esilarante ed irresistibile che ironizza con cattiveria sul perbenismo ipocrita della buona società borghese del nord Italia. Non un capolavoro (anche se la prima mezz’ora gli è vicina) ma un film intelligente e vivace, dai dialoghi spesso spumeggianti. L’occasione è anche per ricordare un regista, Lattuada appunto, troppo spesso sottostimato e accusato di essere a seconda dei casi calligrafico o morbosetto, in realtà all’altezza di autori del nostro cinema ben più celebrati.

Playlist film

Anna

  • Documentario
  • Italia
  • durata 206'

Regia di Alberto Grifi, Massimo Sarchielli

Con Anna, Massimo Sarchielli, Vincenzo Mazza

Anna

Nato per bissare il successo di "Riso amaro" di De Santis riproponendo lo stesso trio di protagonisti, nonché per consentire ad Alberto Lattuada il rilancio dopo l'immeritato flop di "Luci del varietà" è il primo film a incassare più di un miliardo al botteghino nazionale. Melodramma passionale e coinvolgente, il regista lo ha ironicamente definito “cinico-farmaceutico”.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il cappotto

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 95'

Regia di Alberto Lattuada

Con Renato Rascel, Yvonne Sanson, Antonella Lualdi, Giulio Stival

Il cappotto

In streaming su Rai Play

vedi tutti

Tratto dal racconto di Nikolaj Vasilevic Gogol "Il mantello", ambientato a San Pietroburgo, il film di Lattuada che trasferisce la vicenda nella fredda, nebbiosa ed invernale Pavia, è un'insolita e curiosa commedia surreale. Nato, nelle intenzioni del regista, come denuncia della crudeltà dei meccanismi di potere e di una burocrazia cieca, prepotente ed opprimente, "Il cappotto" è soprattutto un apologo grottesco, intelligente, velenoso e senza speranza sull'impossibilità per gli umili e gli ultimi della classe di trovare un po’ di serenità in un mondo tanto ingiusto ed arrogante che riserva loro solo sconfitte, inganni e batoste. Il più bel ruolo al cinema per Renato Rascel che si vide scippare il premio quale miglior attore dal Marlon Brando di "Viva Zapata" al Festival di Cannes.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Guendalina

  • Commedia
  • Italia
  • durata 103'

Regia di Alberto Lattuada

Con Jacqueline Sassard, Raf Vallone, Sylva Koscina, Raf Mattioli, Leda Gloria, Lili Cerasoli

Guendalina

Alberto Lattuada è celebre per i suoi ritratti di ragazze in fiore. "Guendalina" è uno dei più riusciti, ispirati e convincenti. Commedia romantica garbata ed intelligente, audace e fresca, sbarazzina e profonda, a tratti davvero adorabile, scritta dal regista con Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e Jean Blondel, da un soggetto di Valerio Zurlini, già autore dell'intenso "Le ragazze di San Frediano" e che, sulla base di quella felice esperienza, avrebbe anche voluto dirigere questo film. A dare una marcia in più è senza dubbio il brillante personaggio principale cui una splendente e deliziosa Jacqueline Sassard, protagonista poi anche del bel "Nata di marzo" di Antonio Pietrangeli, dà volto, anima e corpo, quest'ultimo, in particolare, immortalato a dovere dal regista in un seducente e fasciato abito nero. Presentato in concorso al Festival di Cannes. Oggi sarebbe impensabile anche solo immaginare una delle tante nostrane commedie adolescenziali nella Selezione Ufficiale del più prestigioso festival di cinema internazionale. Del resto "Guendalina" fa ancora il suo gran figurone di fronte alle commediole insipide, ruffiane, vacue e banali con protagonisti Vaporidis & c. Come dice Guendalina nel film: "tutto nella vita è una questione di stile!"

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Dolci inganni

  • Drammatico
  • Italia, Francia
  • durata 95'

Regia di Alberto Lattuada

Con Catherine Spaak, Christian Marquand, Jean Sorel, Milly

Dolci inganni

In streaming su Rai Play

vedi tutti

Una giovane ragazza si agita nel letto. Sta facendo un sogno erotico. La cinepresa indugia sul suo seducente corpo. Il risveglio è improvviso. Francesca, questo il suo nome, stringe le gambe al corpo, la testa tra le ginocchia. Il suo sguardo è pensieroso. Inizia a sfiorarsi, poi a toccarsi. La camicetta aderente mette in evidenza il suo bel seno. Quindi si sdraia di nuovo sul letto e si copre con il lenzuolo. Inizia così lo "scabroso" film di Alberto Lattuada datato 1960 e che sconvolse l'Italia benpensante e bacchettona di quegli anni. Il regista fu accusato di oscenità, il film sequestrato, tagliato di quasi 11 minuti, rimesso in circolazione solo qualche anno dopo nella sua versione integrale. Oggi quelle vicissitudini legali possono anche far sorridere ma sono ben indicative del modo barbaro e becero con cui operava la censura.  "I dolci inganni", titolo che esprime bene una caratteristica quasi imprescindibile dell'adolescenza, soprattutto femminile, a distanza di quasi 50 anni, è ancora uno dei ritratti più maturi, compiuti e psicologicamente credibili di una ragazza alle prese con le prime esperienze amorose e sessuali. Senza intenti pruriginosi, gratuite provocazioni o dettagli morbosi, ma con sensibilità ed intelligenza. Catherine Spaak è incantevole.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Mafioso

  • Commedia
  • Italia
  • durata 103'

Regia di Alberto Lattuada

Con Alberto Sordi, Norma Benguell, Ugo Attanasio, Gabriella Conti

Mafioso

Dopo un piccolo ma incisivo ruolo ne "Il delitto di Giovanni Episcopo", Alberto Sordi ritrova Alberto Lattuada. Il risultato è prodigioso. La mafia vista dal di dentro nel suo sottile, invisibile eppur nefasto ed ineluttabile incunearsi nella società civile, servendosi di uomini comuni ed insospettabili per i suoi sporchi lavori. Parte come una esilarante commedia di costume, capace di evidenziare, con colorite e gustose pennellate, anche le profonde e radicali differenze tra nord e sud finisce in modo drammatico ed inquietante con il ritorno alla normalità quotidiana di Nino, nuovamente sul posto di lavoro a Milano, così come lo si era visto nell'incipit, apparentemente senza (più) sensi di colpa. Alberto Sordi con coppola, baffetti e lupara è magistrale  ma è la regia di Lattuada ad imprimere il ritmo e lo stile giusti ad una vicenda in cui il riso si stempera mirabilmente nella grottesca e cupa follia. Non a caso la sceneggiatura è firmata anche da Marco Ferreri. La stupefacente parte americana è il gangster movie secondo Lattuada.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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