Quando nei cinema sentite qualcuno sbuffare, statene certi: è in sala lo Stroncatore. Se vi girate intorno alla ricerca dell’origine dello sbuffo, lo Stroncatore addita se stesso, facendo le corna, essere lui l’autore dell’espirazione. Di questo va fiero, del riconoscimento del pubblico, soprattutto quando sono molte le teste che si girano nella sua direzione. Qualcuno pensa che costui sia un gonfiatore di palloncini alla giostra del paese e che l’impulso irrefrenabile allo sbuffo sia una malattia professionale, ma, se lo osservate attentamente, lo Stroncatore vi smentirà, trasformando le corna nel gesto della forbice o, per meglio definire il suo dissenso, passandosi il dorso della mano sotto il mento, come per verificare la rasatura, farà intendere che il film non è di suo gradimento.
Lo Stroncatore ha contratto il vizio di fare le corna da ragazzo, quando, per farsi notare in un gruppo scolastico di cinquanta allievi, si sistemava su uno sgabello, oltre l’ultima fila – solitaria avis tra gli uguali – per notificare la propria esistenza, rimanendo di stucco se qualcuno riteneva irritante lo sfregio dell’icona dell’ultimo giorno di scuola. Allo scarso apprezzamento dei compagni, lo Stroncatore rispondeva con lo sbuffo, e da allora, invece di motivare il suo dissenso, sbuffa.
Come Bouvard, lo Stroncatore ha un doppio Pecuchet nel Contrastatore, meglio noto come Denegator. Questo esemplare è ostile a qualsiasi proposizione che esca dalla bocca di altri esseri pensanti (è inutile dire che fin dalla remota infanzia ha fatto dell’analità il lato preminente del carattere, rifiutando sistematicamente di fare la cacca, con grande dispendio di energia dei genitori che erano costretti a un andirivieni dal seggiolone al cesso). Il Contrastatore è marcato da un tic verbale che suona “No, non sono d’accordo”, più spesso “Sono contrario”, che oppone a chiunque gli capiti a tiro di dialogo. In realtà, il Denegator è in contrasto anche con se stesso.
Ora siete nel cinema: lo Stroncatore ha finito di passarsi la mano sotto la guancia ed è impegnato a rintuzzare il socio Denegator, il quale, resosi conto, del gesto inequivocabile del compagno, decide improvvisamente di girarsi a sua volta verso il pubblico (le luci in sala sono spente) e, illuminandosi il volto con un accendino, scuotendo l’indice e dirigendolo sulla schiena dello Stroncatore, ammicca che lui non è d’accordo con il compagno; poi, girando il medesimo dito come per disegnare un cerchio, fa intendere che ‘non è d’accordo’ neppure con gli inebetiti astanti. Con chi sia d’accordo, non si capisce: probabilmente solo con il compagno Stroncatore, costretto a fare un tour de force per non cedere allo sbuffo, fingendo un’intesa che non c’è.
Entrambi sposati, i due hanno rischiato di fare fallire il loro matrimonio: al prete che ha chiesto ‘vuoi tu…”, lo Stroncatore ha tenuto una prolusione su una presunta erroneità di due codicilli del Diritto Canonico, il Denegator ha risposto ‘no’, correggendosi subito dopo, allorché il religioso esclamando meravigliato ‘no?’, gli ha fornito il destro per asserire il contrario, “sì’.
È del tutto normale che l’unico posto di lavoro i due lo hanno trovato nel pubblico impiego, relegati in uffici solitari, lontani da interferenze comunicative che metterebbero a rischio le fatiche di monsù Brunetta.
Le idee politiche dei nostri eroi sono vacillanti: a tratti sembrerebbero di sinistra, altre volte di destra, secondo gli interlocutori che hanno di fronte, ma è perfettamente logico che tra loro si dichiarino vicendevolmente dell’una o dell’altra parte, in armonica contraddizione.
Colti quanto basta per riuscire a risolvere ‘il quesito di Susi”, la coppia visita musei, gallerie d’arte, e non è raro assistere, in loro presenza, al formarsi di capannelli vocianti, talvolta tafferugli sedati da mansueti decrittatori di ciò che realmente pensano (se pensano) i due signori Stronca e Scontra, così benevolmente chiamati da chi ha l’avventura di vivergli da presso.
Qui giova dire (mi sembra giusto) che per nostra fortuna il duo non scrive di cinema, non hanno il tempo di farlo e, a leggere le ‘opinioni’ sparse nel blog, non ho rintracciato segni della presenza di esemplari della specie.
La playlist è, quindi, immaginaria e i sette film sono presuntivamente quelli che, tenuto conto della specifica natura dei caratteri di Stronca & Scontra, potrebbero allettare (allertare anche) il bisogno di uno sbuffo, di un contrasto o di un'intesa (vedi i film 5 e 6), beninteso, tra i due che litigherebbero anche tra loro sui titoli.   

Postilla: Stronca e Scontra non amano molto questa canzone

J'suis d'accord pour le cinéma/ Pour le rock, le twist ou le cha-cha/ J'suis d'accord pour tout c'que tu voudras… (Françoise Hardy).