Espandi menu
cerca
Differenze (destra e sinistra)
di Darjus ultimo aggiornamento
Playlist
creata il 2 film
Segui Playlist Stai seguendo questa playlist.   Non seguire più

L'autore

Darjus

Darjus

Iscritto dal 3 agosto 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 1
  • Post -
  • Recensioni 479
  • Playlist 52
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Differenze (destra e sinistra)

In tempo di elezioni, ma non solo, una delle frasi che si sente dire più spesso dai non addetti ai lavori è: tanto destra e sinistra ormai sono la stessa cosa, non cambia nulla, è tutto un magna magna, pure se vince la sinistra che ti credi…etc etc. Ebbene io ritengo che in generale, ed in particolare in questa fase storica, tale commento sia quanto meno inesatto (non irresponsabile, o qualunquista o sciocco, ma proprio non corrispondente al vero). Per dimostrare questa mia affermazione farò una premessa generale, poi parlerò delle differenze (anche e soprattutto storico-culturali) tra destra e sinistra, infine mi concentrerò su quelle tra l’attuale sinistra italiana e l’attuale destra italiana, ovvero S. B. Premessa. Il processo definito di Globalizzazione e la creazione dell’Unione europea che si sviluppa, tra le altre cose, proprio come una forma di regolazione (in ambito regionale) del suddetto fenomeno, hanno avuto l’effetto di spostare la fase decisionale in merito a regolazione, gestione e controllo di numerosi settori nevralgici. Ciò significa che le istituzioni che controllano e limitano il commercio e la produzione, che stabiliscono diritti dei lavoratori o che controllano che salute e ambiente vengano adeguatamente tutelati non sono più nazionali, ma sopranazionali. Le decisioni vengono prese a Bruxelles, nella WTO, nel FMI etc. Inoltre sono spesso prese da organismi tecnici, formati e presidiati da esperti che decidono in base ai rapporti scientifici (si pensi ad ambiente e salute: è pericoloso no, è sicuro sì…). Ciò ha numerose conseguenze, una delle quali è lo scarso potere decisionale dei Parlamenti nazionali e, indirettamente, dei cittadini. I delegati che votano e decidono questioni determinanti che avranno un effetto decisivo a livello nazionale devono concordare tale decisioni con molti altri delegati che la pensano in modo diverso e provengono da altre estrazioni geo-politiche o devono attenersi a risultati scientifici. Inoltre essi sono espressione dei governi che vengono controllati dal Parlamento che è eletto dal popolo. Quest’ultimo, dunque, vede allontanarsi (in una metaforica catena decisionale) considerevolmente il proprio rappresentante ed il suo potere di controllo sarà molto più debole. Traducendo queste considerazioni a livello di politica nazionale si deve sottolineare come molte decisioni non sono prese dai nostri politici, ma sono a queste imposte: quando ci si lamenta della legge Biagi e poi si dice che è figlia della Treu (comunque meno liberista della Biagi) ci si dimentica che la Treu è figlia del patto di Lisbona e che difficilmente si sarebbe potuta discostare dai principi stabiliti in quella sede. Mentre la Biagi è andata palesemente avanti in senso liberista. E gli esempi possono essere molteplici. E’ vero, quindi, che a causa dei limiti che i politici hanno a livello nazionale molte questioni hanno perso l’ancoraggio ai programmi dei partiti nazionali, con l’effetto che sarà possibile che un governo di sinistra si veda “costretto” ad approvare strategie politico-economiche di centro o di destra. Ma non vuol dire che la sua azione sia inutile perché egli potrà sempre fare in modo di influenzare le decisioni sopranazionali (se non altro in una prospettiva di lungo periodo). Per questo la vittoria di Bush è cosa grave anche per noi… Fatta questa doverosa premessa di cui si deve tener conto, vorrei soffermarmi su alcune differenze culturali storiche tra destra e sinistra che sono ancora presenti nel nostro Paese, maggiormente nella base, ma anche nei vertici degli uomini di destra e di sinistra. Uno degli slogan più azzeccati per definire la politica delle sinistre è stato lo sfortunato I care di Walter Veltroni. La divisione destra/sinistra, che nasce semplicemente dalla disposizione dei deputati del Parlamento inglese in un passato piuttosto lontano, va letta in un distinguo sia dai partiti che dai movimenti e le ideologie. Questi, infatti, hanno sempre ruotato (a volte allontandosi) intorno ad un concetto, ad una filosofia di vita. Quella “di sinistra” pone al centro dell’azione pubblica l’individuo in quanto persona ed in quanto parte di una collettività. Essere di sinistra dunque, significa preoccuparsi (to care, per citare Veltroni) della collettività e degli individui che la compongono. Il che non significa essere buoni e caritatevoli o migliori o essere disposti a privarsi dei beni terreni (non ci si confonda con la filosofia di San Francesco o con quella di Cristo che, comunque, era comunista). Significa che l’amministrazione ed il governo della società non possono prescindere dalla società stessa e non coincideranno necessariamente con il benessere della nazione (questa è una prima fondamentale differenza con la destra sociale che molti, sbagliando, vedono simile alla sinistra radicale), ma con quello del popolo. Significa che i principi di eguaglianza e libertà (inestricabilmente uniti, altrimenti svuotati del loro significato come in Russia [eguaglianza] e USA [libertà]) devono permeare le scelte dei governanti e devono essere alla base dei principi di secondo grado che regolano un ordinamento giuridico: imparzialità, legalità, proporzionalità, etc.). Significa che ricchezza e benessere diffuso comportano ricchezza e benessere di ogni individuo. Significa che la ricchezza deve essere non solo ridistribuita per ottenere eguaglianza ma anche per produrre un benessere sociale, quindi utilizzata per cultura, tutela dell’arte, dell’ambiente, etc. Per questo c’è una fortissima cultura di sinistra (l’elenco degli esponenti non finirebbe mai..), mentre la destra non riesce proprio ad esprimerne una (Max Pezzali, Emilio Fede [è un comico], Masini). La destra, al contrario, si è sempre basata sull’idea che sia l’individuo in quanto singolo ed in particolare alcuni individui (monarchia, oligarchia, capitalismo, perdonatemi se metto insieme categorie concettuali distinte ma il risultato è il medesimo) a poter trainare l’intera società, migliorandone la qualità della vita. Inoltre la destra si è sempre basata sulla filosofia hegeliana dell’impossibilità di cambiare il corso della storia e sul fatto che disuguaglianze e ingiustizie fossero proprie dell’organizzazione sociale degli uomini. Infine, la destra ha posto al centro la nazione, come obiettivo principe dell’agire di governo, volto a rendere quest’ultima più ricca e più forte e non il popolo che essa esprime. Queste considerazioni spiegano alcuni fenomeni che sono andati accasandosi nelle varie correnti: lo stato sociale (sstenuto da movimenti di sinistra), il liberismo economico (destra), la crescita del p.i.l. (destra), lo sviluppo sostenibile (sinistra), etc. Per quanto riguarda la destra sociale e la sua ipotetica somiglianza con la sinistra radicale dirò solo che la prima ha un concetto molto forte dello Stato (tutto dallo Stato e tutto dentro lo Stato), la seconda è o per l’abolizione dello Stato (Marx) o per una sua limitazione all’intervento in settori economici (escludendo o limitando all’incentivo in settori quali la cultura o la libertà di opinione o di scelta (sciopero, stampa, cultura, etc.)); la prima si è servita e prevedeva un rafforzamento della proprietà privata e dell’impresa (anche di stato), limitata e limitabile solo dall’intervento statale, la seconda era o per annullare la proprietà privata (Marx) o per racchiuderla entro limiti e per neutralizzarne gli effetti alienanti (turni di lavoro più leggeri per gli operai delle fabbriche); la prima non ha mai rispettato le differenze (omosessuali, stranieri, etc.), la seconda si fonda sull’internazionalismo e sull’eguaglianza dei diritti. Per questo la destra sociale è più vicina allo Stalinismo (che non ha nulla a che vedere con la sinistra, ma è solo una forma di fascismo autoritario). Detto questo sarebbe da ingenui non considerare come nel corso dei secoli le due idee di destra e sinistra abbiano preso strade tortuose, si siano evolute e abbiano dato luogo a correnti, movimenti e partiti numerosi ed eterogenei. Ovviamente ci sono stati individui, alcuni più illuminati (sinistra: Cristo, Marx, Lennon, Gramsci, Berlinguer; destra: Napoleone), altri meno (sinistra: -; destra: Stalin, Mao, Polpot, etc.: è una provocazione…). Tuttavia i due spiriti, le due idee sono ancora presenti e si trovano, oggi, nei vari partiti e nelle varie basi. Chi è di sinistra ha ancora quella visione, che va contemperata con il mondo in cui viviamo (cfr. premessa) e che deve utilizzare gli strumenti giuridici ed economici che le sono consentiti (per cui non è che se Bertinotti non ridistribuisce ricchezza a pioggia possiamo dire: “eh, vedi dice di essere comunista, ma poi?”, sarebbe da stupidini, neanche da stupidi). Chi è di destra sfrutta alcuni fallimenti (che fa finta di non vedere) del mondo in cui viviamo (i fallimenti del mercato: market failures) per portare avanti le proprie politiche, che spingono verso un maggiore individualismo, verso maggiore competitività, verso una maggiore crescita economica, ma in realtà rischiano di produrre, nel lungo periodo, danni incalcolabili (fare guerre su guerre per una risorsa che inquina tremendamente e che presto si esaurirà non appare una scelta saggia). Infine, destra e sinistra in Italia. Poiché se è vero che la sinistra è un po’ divisa (ma la dialettica favorisce proprio lo sviluppo della collettività in quanto tale e rispetta le differenze, producendo una volontà comune e, quando accade, condivisa, quindi partecipata, quindi DEMOCRATICA), la destra ha, ancora, un capo. Forse in futuro scriverò qualcosa anche su Fini e Casini (e su quanto siano pericolosi dall’alto della loro moderatezza), ma per ora la destra è lui. S.B. E allora mi limiterò a elencare, in modo sintetico ed a volte semplificato, tutte le nefandezze compiute dal premier. A quel punto non vi sarà bisogno nemmeno di un confronto perché per andare a votare in una certa direzione sarà sufficiente pensare che la sinistra NON è tutto questo. Ex amico di Craxi (è una colpa pure questo, per chi si stupisce si vada a studiare gli anni 80) Ha introdotto lo scudo fiscale per far rientrare dalle isole Cayman e da Montercarlo tutti i soldi che i suoi amici hanno sottratto al fisco Amico dei Neo-Fascisti e Neo-Nazisti e degli Ex-Fascisti, particolare che si è dimenticato di riferire al Congresso americano Quello che ha abbassato dell'1% le tasse dirette e costringendo comuni/province/regioni ad aumentare le tasse locali del 45% per tenere aperti asili, trasporti, servizi sociali essenziali Quello che ha ricandidato 13 persone già condannate con sentenza passata in giudicato Quello che ha modificato la legge elettorale in modo che siano le segreterie di partito a scegliere gli eletti e non più i cittadini Quello che ha omesso qualsiasi controllo sull'entrata in vigore dell'Euro permettendo a negozianti e professionisti di raddoppiare i prezzi in barba a pensionati e lavoratori a reddito fisso Quello che ha abolito la tassa di successione per i patrimoni miliardari e subito dopo ha co-intestato le sue aziende ai figli ? Quello che ha quadruplicato il suo patrimonio personale e salvato le sue aziende dalla bancarotta da quando è al governo e che dice che è entrato in politica gratis per il bene degli italiani Quello che ha epurato dalla RAI i personaggi che non gradiva Quello che ha fatto la Ex-Cirielli, la Cirami e la salva- Previsti che mettono in ginocchio l’attuale sistema di procedura penale Quello che ha fatto una voragine nei conti dello stato e ha cambiato 3 volte ministro del tesoro Quello che ha dato, a spese degli italiani, il contributo per il decoder digitale per permettere al fratello di fare soldi con una società che li produceva Quello che depenalizzato il falso in bilancio ed ha introdotto la galera per chi masterizza I DVD e per chi si fa una canna Quello che ha permesso alla Francia di saccheggiare la BNL e si è fatto prendere a pesci in faccia quando ENEL ha tentato di acquisire una società francese. Quello che possiede giornali, televisioni e quant’altro e, alla guida di un Paese, crede che la cosa sia normale. Quello che ci fa vergognare, in tutto il mondo, di essere italiani. Bene, scusate se nell’ultima lista ho dimenticato qualcosa. E scusate anche la prolissità, i toni cattedratici e molte imperfezioni o dichiarazioni discutibili od opinabili che meriterebbero un approfondimento ulteriore, ma che ho dovuto trattare in modo sbrigativo. Spero di aver suggerito riflessioni e stimolato pensieri, poi ognuno deciderà da che parte stare, ma sempre con cognizione di causa. Buon voto a tutti. http://darjus.blog.tiscali.it

Playlist film

Ti è stata utile questa playlist? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati