fedeico winslet

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PER Alessandro.La natura mi ha scoperto,visibili,tangibili,una quantità di maniere di esistere cui non m'ero mai accostato.ammiro l'isolamnto superbo del salice piangente che domina il parco paronamico;mi rattrista la solitudine collettiva dei fiori di campo.ho imparato a conoscere e distinguere il mattino ingenuo e la malinconia crepuscolare,i trionfi e i declini,le sorprese e le agonie.dovrei sentirmi unico e necessario,ma ogni sera il sole tramonta dietro la stessa collina e le distese di girasoli sono sempre di una bellezza immutata.è davvero necessario che io mi senta unico?questo triste anniversario sarà fedele e invecchierà senza rinnegarsi,sarà pesante come una scarica d'insulti,sarà indelebile come la sete.mi perdo nell'infinito pur restando me stesso,come il vento volteggia intorno ai pioppi,come lo spazio e il turbinio immobile della terra,come una melodia.non c'è bisogno di nuovi occhi cari amici ,ogni passeggiata-se vista attraverso il proprio io-è un atto di assoluta freschezza.ma credo che abbiate letto troppo,è tempo di terminare questo "increscioso" monologo ,e questa volta...rumorosamente.