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La bestia umana

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su La bestia umana

di alan smithee
8 stelle

Gloria Grahame, Glenn Ford

La bestia umana (1954): Gloria Grahame, Glenn Ford

IL NOIR SECONDO FRITZ LANG

Carl Bukley (Broderick Crawford) è un dispotico anziano ferroviere che viene licenziato dopo un acceso alterco con il suo responsabile direttore.

Pur riavere l'impiego, Carl chiede alla giovane e bella consorte Vicki (Gloria Grahame), che lo ha sposato per sistemarsi, e che conosce il dirigente, di intercedere con lui affinché venga riassunto.

La donna cerca di rifiutarsi, consapevole di esser stata amante del capo del marito, e dunque certa di finire nei guai, ma alla fine decide di provare ad incontrare l'uomo. Presto Carl capisce cosa c'è stato tra Vicki e il suo capo, e, devastato dalla gelosia, in un raptus d'ira sul treno che li riporta a casa lo uccide dopo una breve colluttazione.

Il malcapitato ma onesto Jeff Warren (Glenn Ford), un collega di Carl, si trova poco lontano dal luogo del delitto, ovvero sullo stesso treno , sospetta qualcosa, ma soprattutto rimane irretito di Vicki, di cui si innamora perdutamente, al punto da convincersi a non rivelare alcuno dei suoi sospetti sul collega e sulla bella moglie durante il processo nel quale sarà chiamato a deporre.

Broderick Crawford, Gloria Grahame

La bestia umana (1954): Broderick Crawford, Gloria Grahame

Gloria Grahame, Glenn Ford

La bestia umana (1954): Gloria Grahame, Glenn Ford

La bella Vicki è costretta col ricatto a tacere poiché l'astuto marito focoso le ha fatto scrivere sotto minaccia una lettera che la compromettente.

Quando Carl, sempre più geloso e sospettoso si concede sempre più all'alcolismo per non pensare alla deriva del proprio matrimonio, sua moglie Vicki lo respinge sempre più e si decide a cercare conforto col buon Jeff. Vicky si convince che deve raccontare la cruda verità al suo amante per indurlo ad aiutarla a liberarsi del marito.

Ma l'integerrimo Jeff è un uomo troppo onesto per accettare, ma la passione ha il sopravvento. Human desire, da noi "La bestia umana", è la seconda, illustre trasposizione del celebre romanzo di Émile Zola, intitolato proprio La bête humaine, uno dei ben venti romanzi del filone "I Rouguon-Macquart", attraverso cui il celebre scrittore francese intende descrivere la vita di una ricca famiglia con riferimento al rispettivo albero genealogico, utilizzato come una riflessione su una determinata epoca storica così la storia di un'epoca: quella che a partire dal colpo di stato del 1851 fino alla  battaglia di Sedan del 1870 portò la Francia sull'orlo del devasto.

 

Glenn Ford, Gloria Grahame

La bestia umana (1954): Glenn Ford, Gloria Grahame

Gloria Grahame, Glenn Ford

La bestia umana (1954): Gloria Grahame, Glenn Ford

Lang, come già nel 1938 fece Jean Renoir con il sublime L'angelo del male, risalente al 1938, adatta la vicenda alla contemporaneità di quella metà del '900, restando legato allo sfondo ferroviario, che in realtà in entrambi i due splendidi film è tutto fuorché un semplice supporto scenografico.

Lang in qualche modo semplifica la vicenda, e toglie qualche sfumatura al protagonista Jeff Warren, che si trova stavolta combattuto tra l'onestà di fondo che lo contraddistingue e la pulsione amorosa che lo prende per la giovane sposa infelice, che peraltro vorrebbe comunque vedere lontana dal marito violento e geloso che la tiene in pugno. Lang tratteggia nel personaggio protagonista molto efficacemente reso da Glenn Ford, il tipico americano medio onesto ed intraprendente che, pur colto nel dilemma di una scelta complessa che rischia di indurlo a comportamenti moralmente deprecabili in nome di un istinto amoroso quasi ingovernabile, verrà poi guidato verso la retta via quando la razionalità ed il buon senso prevarranno sull'istinto.

Anche quando la tentazione della carne si materializza attraverso le seducenti curve di una prorompente Gloria Grahame, magnifica, tentatrice dolente e mortificata che tuttavia è costretta ad accettare il proprio dannato ruolo di donna perduta e rassegnata ad essere usata, sfruttata e valorizzata grazie ad un fisico prorompente che non permette ad altre qualità sicuramente presenti di emergere con egual esuberanza.

 

Broderick Crawford, Gloria Grahame

La bestia umana (1954): Broderick Crawford, Gloria Grahame

Ben diverso e complesso è il medesimo personaggio nel film di Renoir, ancor meglio tratteggiato da Jean Gabin, senza nulla togliere all'ottimo divo americano di cui sopra.

Jacques Lentier è un uomo parimenti onesto, ma dalla personalità resa incontrollabile da istinti animaleschi violenti che lo prendono e lo trasformano, nei momenti più critici, in una belva fuori controllo.

Il film del grande autore francese è pervaso da un pessimismo senza soluzione, che invece nel film del non meno geniale Fritz Lang è presente, ma logorato e vinto dalla ragione e dal buon senso, valori e retorica tipicamente "made in Usa" che ancor oggi sono i pilastri fondanti di una società che crede indissolubilmente nella buona volontà e nell' intraprendenza che, unite alla buona sorte, conducono l'americano medio ad un successo e ad una realizzazione assicurati.

Pur non ai livelli del capolavoro originale di Renoir, La bestia umana resta un gran film, un noir teso eccezionale, ed uno dei capisaldi della lunga e versatile carriera americana del grandissimo cineasta di origini tedesche.

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