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Quei bravi ragazzi

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Quei bravi ragazzi

di rocky85
10 stelle

New York, 1970. E’ notte, tre uomini viaggiano in auto, quando all’improvviso sentono un rumore proveniente dal bagagliaio. Accostano, aprono il cofano e c’è un uomo mezzo morto avvolto nella plastica, che si demena. Due dei tre lo finiscono a coltellate e a pistolate, il terzo chiude il cofano. La sua voce fuori campo dice: “Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster!” Dopo un incipit indimenticabile, partono i titoli di testa. Quello che segue è un racconto sparato ad altissima velocità, storia di una carriera criminale, quella di Henry Hill (Ray Liotta), giovane irlandese che si fa strada nella mafia italoamericana di Brooklyn negli anni Settanta. Martin Scorsese, per la prima volta dopo Mean Streets del 1972, torna ad addentrarsi nei meandri della criminalità italoamericana. E torna ad occuparsi personalmente della sceneggiatura, tratta insieme a Nicholas Pileggi da un romanzo dello stesso scrittore che si basava sulle memorie del gangster Hill. Il suo è uno sguardo attento, studioso e ossessivo sui cosiddetti “bravi ragazzi” e le loro mogli, sulle loro abitudini, i rituali, i modi di parlare, di vestirsi, di stare insieme, di sentirsi parte di una famiglia. Alcuni detrattori di Scorsese notano un certo autocompiacimento nella descrizione di questi individui. In realtà la sua è una attenzione quasi clinica verso i suoi personaggi, che fa sembrare i suoi film dei veri e propri trattati antropologici. E poi conta come racconta le sue storie: con un ritmo forsennato e indiavolato, montato magnificamente dalla solita e bravissima Thelma Shoonmaker e scandito da una colonna sonora onnipresente, fitta di canzoni memorabili (ci sono i Rolling Stones, i Cream, The Who, Tony Bennett, Dean Martin, Aretha Franklin, Donovan, Sid Vicious e tanti altri). Sequenze da mandare a memoria si alternano con la rapidità di un freccia rossa, senza dare allo spettatore la possibilità di rilassarsi un attimo. Il suo è un cinema che sa coinvolgere e appassionare come pochi altri. Gran parterre di attori: il giovane Ray Liotta è sorprendente, Robert De Niro (che torna a recitare per Scorsese sette anni dopo Re per una notte) gioca di sottrazione nel tratteggiare il gangster irlandese Jimmy Conway, Joe Pesci (premiato con l’Oscar) invece sopra le righe nel ruolo dello psicopatico Tommy, Lorraine Bracco bravissima nella parte della moglie di Henry, e Paul Sorvino in quella del boss Paulie.

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