Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Rossellini dietro la macchina da presa e il grande Totò davanti ad essa in un'opera fondamentalmente amara che con grande sagacia mette alla berlina un'Italia il cui livello morale regrediva in maniera proporzionale al miglioramento delle condizioni economiche.
Uscito di prigione dopo aver scontato una pena di 22 anni per aver ucciso l'amante della moglie (e non la moglie stessa, come si legge nella trama qui su FTV), il barbiere Salvatore Lojacono si trova catapultato suo malgrado in un mondo feroce e meschino popolato di lupi travestiti da agnelli. La delusione sarà tale che finirà con l'escogitare un piano per tornare clandestinamente in cella. Raccontato in flashbacks a partire dal processo (evidentemente invadere il carcere è atto non meno criminale che evadere da esso...), Rossellini ci mostra un'Italia economicamente più solida di quella dell'immediato dopoguerra, ma anche e soprattutto moralmente squallida. E così mentre Lojacono, assassino, risulta in effetti essere l'unico personaggio circondato da un alone positivo, tutti gli altri, la 'brava gente' sono quei furfanti senza peli sullo stomaco -di cui d'altronde l'Italia tuttora abbonda- presentati da Rossellini senza fare nessuno sconto. Ed infatti il film ebbe problemi in fase di distribuzione. Un film sottovalutato all'interno delle filmografie tanto del regista capitolino quanto di Totò, qui dolente come mai ma impagabile come sempre. Molto belle le musiche composte da Renzo Rossellini, fratello del regista.
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