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Soldati a cavallo

Regia di John Ford vedi scheda film

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La recensione su Soldati a cavallo

di galaverna
7 stelle

Un Ford più intimista e introspettivo,incentrato maggiormente che in altre pellicole sulla psicologia dei protagonisti piuttosto che sui campi di battaglia (che comunque non mancano) in uno dei suoi rari approcci alla guerra di Secessione

Non è il più iconico dei film di John Ford ma indubbiamente non manca di fascino questo "Soldati a cavallo", incentrato sullla guerra di Secessione (tema che Ford affrontò solo qui ed in uno degli episodi de "La conquista del West"). Se da un lato emerge una visione distaccata sul conflitto, pur se affrontato dal punto di vista nordista, dall'altro il film affronta soprattutto una diversa visione del mondo tra i due protagonisti principali, il rude colonnello Marlowe (un impeccabile John Wayne in una parte che gli sembra cucita addosso come un abito sartoriale) e l'ufficiale medico Kendall (un posato e riflessivo William Hoeden che però non mancherà di venire alle mani quando necessario),l'uno scettico nei confronti della medicina dopo la morte della moglie,l'altro scettico verso le assurdità della guerra a cui deve comunque prendere parte. Non mancherà il risvolto sentimentale, con la possidente sudista che passerà dal ruolo di prigioniera di guerra a quello di crocerossina improvvisata fino a diventare l'agognata amante per un Marlowe che pensa già a quando la guerra sarà finita. Un Ford per certi versi più incentrato del solito sulla complessità psicologica dei protagonisti e sui risvolti delle loro attrazioni reciproche (e successive frizioni). Curiosa parte come governante di colore per Althea Gibson,una delle prime campionesse afro-americane di tennis nell'America degli anni '50.

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