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Io sono vendetta

Regia di Chuck Russell vedi scheda film

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La recensione su Io sono vendetta

di marcopolo30
1 stelle

Ennesimo clone del giustiziere della notte del Charles Bronson che fu. Questa volta protagonista è un John Travolta davvero legnoso e inespressivo che serve al peggio un film dallo script penoso.

La prima riflessione a visione ultimata di “Io sono vendetta” è che, essendo lo script del film davvero miserrimo ma avendo messo sotto contratto John Travolta per la parte principale, sarebbe stato meglio intitolare il film “La febbre della vendetta”, chiamare il protagonista Tony e fargli indossare pantaloni a zampa d'elefante e una vistosa camicia aderente dai colori sgargianti. La triste realtà è invece che siamo qui né più né meno di fronte a uno degli ormai incontabili cloni del celeberrimo giustiziere della notte del Charles Bronson che fu, filone ultimamente inflazionatissimo i cui protagonisti hanno il volto di Liam Neeson, Nicolas Cage, Dolph Lundgren o, come in questa occasione, di John Travolta. Il livello è preoccupantemente basso, cosa che non sorprende quando a produrre è tal “Patriot Pictures” (mai sentita prima, ma la sigletta a stelle e striscie mi ha indisposto già prima dello sparo di partenza). Parliamo di un action movie il che vuol dire che in linea di massima si sa dove si parte e si sa dove si arriva, e fin qui nessuna novità. Ma anche all'interno di tale genere v'è comunque una linea di demarcazione che separa i (rari) film ben fatti dalla poltiglia di celluloide indistinguibile. Perché esistono comunque fattori quali da un lato tecnica di ripresa e tempistiche dell'azione e dall'altro, non meno importante, carisma di personaggi ed interpreti. E qui né il veterano Chuck Russell (“The Eraser”, “The Mask”...) dietro la macchina da presa dimostra alcunché, peggiorando inoltre il tutto con continui ed inutili rallenties johnwooiani che hanno ormai davvero fatto l'acido, né dall'altra parte della barricata fa meglio il già citato John Travolta, impacciato e legnoso come e peggio di Nicolas Cage nei suoi giorni meno fortunati. L'unica soddisfazione per me, a posteriori, è l'aver letto dei magrissimi incassi: circa 2,5 milioni globali contro gli 8 investiti (gettati nel cesso, diciamo pure) per produrlo.

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