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Passengers

Regia di Morten Tyldum vedi scheda film

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La recensione su Passengers

di Furetto60
6 stelle

Tra fantascienza e storia d'amore. Film godibile, ma senza grandi pretese

Siamo in un futuro prossimo venturo, il pianeta Terra è ormai quasi inabitabile: sovrappopolato, inquinato e a corto di materie prime.L'astronave Avalon,a gestione completamente automatizzata, è in viaggio verso il pianeta Homestead II, a bordo la futura colonia umana, date le ormai acclarate condizioni di invivibilità della terra. L’astronave supertecnologica ospita 5000 passeggeri e oltre 300 membri dell'equipaggio, tutti sospesi in un sonno criogenico; il viaggio dura 120 anni, soltanto pochi mesi prima dell'arrivo , saranno risvegliati; chi ha accettato è consapevole che non rivedrà mai più familiari, amici e conoscenti, intraprendendo un viaggio di sola andata. Tuttavia, a causa di un malfunzionamento, della sua cabina, l’ingegnere Jim Preston inspiegabilmente si sveglia 90 anni prima del previsto; cosi costui consapevole che non potrà conoscere il pianeta “promesso” ,per un intero anno rimane desolatamente solo su questa mega-nave spaziale, superaccessoriata e dotata di qualsiasi confort, ma con la sola compagnia di corpi  ibernati e di un  robot barman chiacchierone, Arthur. Il “Robinson Crusoe” del futuro in preda alla solitudine, decide di compiere un azione “sporca”: sveglia un'altra viaggiatrice, Aurora Lane, giornalista e aspirante scrittrice, la conosce bene, ha letto tutto il suo dossier e poi è molto attraente; le fa credere che la causa del suo prematuro  risveglio, sia un difetto della sua capsula, così come era accaduto per lui. La giovane viene quindi coinvolta, a sua insaputa, in questa sciagurata disavventura senza futuro. Tra i due nasce una passionale storia d’amore, fanno jogging insieme e poi una romantica e spettacolare passeggiata spaziale. Tuttavia Jim commette l’errore di confidare all’androide Arthur il segreto del “risveglio” di Aurora e un giorno, per un banale fraintendimento, il robot svela la bugia di Preston, la reazione della donna è furibonda, la liaison s’interrompe, Aurora non ne vuole più sapere di Jim. Ad un anno di distanza, per la solita avaria si risveglia anticipatamente anche il capotecnico Gus. L’uomo capisce che l’astronave sta subendo una serie di malfunzionamenti, a causa di un urto con un meteorite; peraltro le sue stesse condizioni di salute sono state compromesse, cosi qualche istante prima di morire, raccomanda ai due di prendersi cura l’uno dell’altra, accantonando i risentimenti, dice:” Chi sta per affogare, tende a trascinarsi chi  sta provando a soccorrerlo” Jim e Aurora hanno peraltro la responsabilità della sopravvivenza di più di cinquemila persone. Da qui in poi la storia prende una piega più “action”, Jim esce dalla navicella per riparare il danno, ma durante queste operazioni, la corda che lo tiene legato all’astronave si spezza, soccorso da Aurora, viene riportato morto all’interno del veicolo spaziale, ma grazie ai potenti mezzi tecnici della fantasmagorica Avalon, si riesce addirittura a resuscitarlo e l’amore o la paura della solitudine prende il sopravvento. Nel complesso il prodotto cinematografico è godibile, un suggestivo viaggio tra le stelle, condito da una viscerale storia di amore, con l’ eccezionale design scenografico dell'astronave, effetti speciali notevoli e alcune gradevoli trovate: i robot-spazzini che aspirano le briciole, l’effetto dell’assenza di gravità in piscina, il robot-barista che ricorda quello meno spiritoso di kubrickiana memoria.

 

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