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The Accountant

Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su The Accountant

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Christian Wolff è abile come contabile nonostante i numerosi problemi di autismo che lo accompagnano fin dall'infanzia. Al tempo stesso Christian non lavora solo come contabile in proprio, ma anche come consulente per conto di alcune delle associazioni criminali più pericolose del pianeta.

 

Dietro al nome fittizio di Christian Wolff si cela uno dei contabili più abili nello scovare buchi di bilancio e ammanchi teoricamente inspiegabili. Al tempo stesso Christian è anche una persona dal carattere solitario e difficilmente avvicinabile a causa di un autismo mai curato che spinse suo padre, ufficiale dell’esercito, a farlo allenare senza tregua all’uso delle arti marziali, per essere in grado in età adulta di sapersi difendere.

 

Ben Affleck riesce a calarsi nel ruolo di un mite contabile sofferente di autismo, in maniera convincente, anche grazie a una deriva action che la pellicola diretta da Gavin O’connor, attore, regista e anche produttore di successo, prende a partire dalla seconda metà, trasformando Christian Wolff, pseudonimo matematico, usato per celarne la vera identità, in una macchina capace di uccidere chiunque gli si pari di fronte. La pellicola datata 2016 ha l’indubbia capacità, grazie a una duplice narrazione. Nella prima la ricerca dell’ FBI di chi sia l’uomo che viene regolarmente fotografato di spalle assieme ai criminali più spietati del pianeta. Nella seconda quale sia la storia attuale di un contabile taciturno che ha assunto l’incarico di scovare la fonte di un ammanco impossibile da trovare per chiunque tranne (forse) per lui. Assieme ad Affleck J.K. Simmons e Cynthia Addai-Robinson, nella parte di due agenti dell’FBI, Jon Bernthal, in quella di uno spietato sicario e Anna Kendrick anche lei nel ruolo di una mite contabile, aggiungono quei characters indispensabili per completare la descrizione dei due livelli narrativi.

 

Si parla da anni di un sequel per una prima pellicola che ha raggiunto un eccellente successo sia al botteghino sia in termini di critica. Una prima pellicola che merita di essere recuperata proprio perché rappresenta un unicum in bilico fra una narrazione di tipo cerebrale e un action movie.

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